venerdì 30 marzo 2007

Dopo il NigerGate adesso tocca al CongoGate

Marcello Pamio

In Congo sono sparite oltre 100 barre di uranio! Dalla centrale atomica di Kinshasa sarebbe stato trafugato materiale nucleare. Questa misteriosa “sparizione” ha coinciso (casualmente?) con la riunione dell’A.E.I.A., l’Agenzia internazionale sull’energia atomica, tenutasi a Vienna dal 5 all’8 marzo scorso.
Secondo l’articolo pubblicato il 7 marzo da un giornale congolese, “Le Phare” il traffico illegale di materiale fissile avrebbe coinvolto il centro atomico di Kinshasa. Per questo contrabbando, il Commissario all’energia atomica della Repubblica Democratica del Congo, il Prof. Fortunet Lumu, sarebbe stato arrestato. L’accusa, secondo la BBC , è molto grave: aver organizzato i contatti illeciti per produrre e vendere uranio!
Questo nuovo scandalo ricorda molto da vicino il Nigergate, che è stato usato, nonostante la totale falsità, come pretesto per intervenire nel 2003 in Iraq. Lo stesso giorno (6 marzo 2007) che il professore Fortunet Lumu veniva fermato per contrabbando di Uranio-238, negli States, Lewis “Scooter” Libby veniva condannato dal gran Giurì federale per spergiuro, “falso giuramento” e per aver “ostacolato la giustizia” sull’inchiesta sull’identità di Valerie Plame Wilson, una funzionaria della Cia moglie dell’ex ambasciatore americano Joseph Wilson. Proprio quest’ultimo svolse un ruolo fondamentale nello smascherare pubblicamente le menzogne escogitate dal vicepresidente statunitense Richard Cheney, per giustificare la guerra in Iraq, tra cui appunto, quello che Saddam Hussein avrebbe tentato di ottenere uranio arricchito dal Niger per costruire una bomba atomica! Per questo motivo, Cheney accecato dalla rabbia e dalla vendetta, avrebbe screditato volutamente la moglie, facendo il nome dell’agente segreto ai giornali, bruciando la sua copertura e mettendo così la sua vita a rischio.

Secondo i media americani anche l'ex consigliere di Bush, Karl Rove e l'ex segretario di Stato aggiunto Richard Armitage, sono legalmente implicati nella faccenda. Come è stato confermato nel corso del processo, la storia del “yellow cake” (uranio del Niger) era una fabbricazione propagandistica dell’amministrazione Bush, iniziata e portata avanti da documenti falsificati nei quali si sosteneva che Saddam Hussein avrebbe comperato del yellow cake dal Niger.
Nuovamente abbiamo a che fare con le famose “PsyOp”, cioè con quelle operazioni che in gergo tecnico vengono chiamate “Operazioni Psicologiche”. Operazioni che hanno questa volta, non l’Iraq come attore principale, ma la pericolosissima teocrazia iraniana. A darcene conferma è proprio uno dei giornali nelle mani dell’èlite, il Sunday Times, che titola un articolo così: “Cospirazione iraniana per ottenere Uranio in Africa”.
Non serve dire altro, se non che, secondo il “libero” giornale, quantità enormi di Uranio-238 sono state trafugare dal Congo, e che l’Iran ha sostenuto cellule terroristiche in Gran Bretagna che “potranno preparare attacchi contro le centrali nucleari”. Sarebbero già state effettuate delle ricognizioni - da parte delle famose “cellule dormienti” - sui siti nucleari in vista di un possibile attacco nel Regno Unito. Viene citata addirittura una fonte vicina al MI5 (servizi segreti di Sua Maestà) che dice come l’intelligence sta prendendo molto seriamente questa eventualità!
La vera motivazione però ce la svela lo stesso Sunday Times: “La rivelazione intensificherà i timori occidentali sull’ampliamento del programma di armi nucleari dell'Iran e delle implicazioni strategiche del suo appoggio a Hezbollah durante la guerra con Israele" Quello che si dimentica di dire il Sunday Times è che l’esplorazione e lo sfruttamento dell’Uranio nella Repubblica del Congo è sotto il controllo di imprese non iraniane, ma occidentali!
La principale società implicata, per esempio, è l’ango-sudafricana Brinkley Mining PLC (con filiali alle isole Seicelle). Lonrho, un conglomerato anglo-sudafricano, possiede il 10% della Brinkley e l’azionista principale (di Brinkley) è l’australiana Atomaer. Il Direttore di Brinkley è Gerard Golden (copresidente esecutivo della Lonrho Africa PLC).Casualmente nel 2006 il Centro per l’Energia Nucleare diretto dal Prof. Fortunat Lumu ha siglato un accordo molto importante proprio con la Brinkley Mining.
In concomitanza all’arresto di Lumu a Kinshasa, il valore delle azioni (stranamente) della Brinkley alla Borsa di Londra sono schizzate del 50%, proprio dal 7 all’8 marzo… Non solo, ma nello stesso momento il neoconservatore, nonché uno dei falchi che più ha spinto per il genocidio iracheno, Paul Wolfowitz, messo dall’elite a capo della Banca Mondiale, arrivava a Kinshasa per offrire ben 1,4 miliardi di dollari di aiuti finanziari per la ricostruzione dalla guerra interna… Quanti di questi dollari finiranno effettivamente per sostenere le ricostruzioni e quanti invece finiranno per sostenere gli interessi minierai delle lobbies anglo-americane nella zona?
Se a questa ennesima montatura mediatico-propagandistica del Regime statunitense ci aggiungiamo che vi sono almeno tre portaerei statunitensi nel Golfo Persico (quindi lungo le coste dell’Iran), e che qualche giorno fa una motovedetta di pasdaran ha arrestato 15 militari britannici colpevoli, secondo loro, di essere entrati in territorio iraniano, la situazione non è delle migliori.
Ovviamente si tratta dell’ennesima provocazione che ha lo scopo di alimentare il fuoco, gettando ancora benzina. Per ultimo ma non per importanza, secondo il giornale russo “Argumenti Nedely” (vicino ai servizi), gli USA attaccheranno l’Iran venerdì 6 aprile prossimo. L’operazione “Bite” (morso) non prevederebbe alcuna invasione terrestre, ma “solo” un bombardamento a tappeto per almeno 12 ore consecutive! Non solo, ma secondo la CNN, gli Stati Uniti hanno iniziato il 27 marzo una delle "più imponenti esercitazioni della marina militare dall'invasione dell'Iraq nel 2003". Alle manovre partecipano, oltre alle portaerei anche 15 navi da guerra, 100 velivoli da combattimento e la fregata francese "Charles De Gaulle", con un sommergibile!
Possibile che accada? Non credo, anche se, per gli amanti della simbologia, il 6 aprile è un giorno molto particolare, innanzitutto siamo in piena Pesach, la Pasqua ebraica (dal 3 al 10 aprile 2007) e nella fattispecie si tratta del Venerdì Santo: giorno che i cattolici commemorano la passione e crocifissione del Cristo.
Come la Pasqua ebraica festeggia la liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù in Egitto, così l’eventuale guerra in Iran potrebbe rappresentare la liberazione dal nemico acerrimo degli United States of Sion.Che ci piaccia o non ci piaccia, che crediamo o non crediamo, dal punto di vista esoterico sono giorni in cui si muovono determinate forze di tipo spirituale…

giovedì 29 marzo 2007

Capitalismo totalitario

di Antonella Randazzo

"Pochissimi capiranno il sistema, e quelli che lo capiranno saranno occupati a far soldi. Il pubblico probabilmente non capirà che è contro il suo interesse"

Jacob Rothschild


I sistemi totalitari moderni potrebbero essere definiti "dittature del capitalismo dei compari". In questi sistemi, un gruppo di persone si appropria indebitamente della maggior parte delle risorse, e le gestisce per il proprio interesse, a danno della maggior parte del popolo. Il capitalismo viene definito come quel sistema economico e sociale in cui il capitale privato viene investito in attività economiche, stabilendo una separazione fra chi possiede i mezzi di produzione e chi offre la propria manodopera. Nel capitalismo di Stato i capitali e i mezzi di produzione appartengono allo Stato, e i cittadini lavorano per avere ciò che è necessario alla sopravvivenza.
Nel capitalismo "selvaggio" il capitalista non rispetta alcuna legge a tutela dei diritti umani. Ad esempio, paga salari così bassi da non permettere la sopravvivenza, oppure non si cura di migliorare le condizioni lavorative dannose alla salute dei lavoratori. Il capitalismo selvaggio è stato definito "capitalismo dei compari" dall'economista americano Joseph Stigliz, in riferimento alle furbe strategie attuate da alcune persone per appropriarsi di finanziamenti e beni pubblici. Negli Usa, alcuni privati, appartenenti alla classe ricca, riescono ad avere ingenti sovvenzioni oppure sgravi fiscali milionari. Inoltre, si sono appropriati dei beni pubblici, ricavandone profitti. I meccanismi e le leggi che permettono ad alcuni privati di arricchirsi a spese dei cittadini sono molteplici, come spiega Stigliz:
“Gli imprenditori generalmente sono contrari ai sussidi, tranne che per se stessi... il cosiddetto Corporate Welfare sembra quasi un omaggio delle abbondanti risorse del nostro paese. Le società minerarie, per esempio, possono sfruttare queste risorse praticamente per niente. Quando, nei primi anni dell'amministrazione cercammo di farle pagare, fummo messi in minoranza... Fino al 1993 avevamo concesso a titolo gratuito l'utilizzo delle nostre frequenze e le emittenti televisive e radiofoniche del paese, i magnati dei media, avevano costruito così le loro fortune. I progressi compiuti dalla teoria economica avevano dimostrato che era possibile indire delle gare di appalto e incamerare a nome e per conto dei cittadini americani il valore di queste risorse che appartenevano loro di diritto... Raggiungemmo un accordo con il capogruppo dei repubblicani al senato, Robert Dole, per introdurre una tassa a carico delle emittenti televisive per l'uso dello spettro e per un breve periodo sembrò che la cosa potesse andare in porto. Ma alla fine, la reazione dei media contro questo progetto riuscì a soffocarlo”.
I capitalisti americani ricevono spesso sussidi molto generosi dallo Stato, oppure ottengono, grazie alle loro lobby, sconti fiscali per milioni di dollari:
“Le forme più consistenti di assistenzialismo alle imprese erano rappresentate dagli sgravi fiscali... Nella strana logica di Washington, dare a qualcuno 100 milioni di dollari per una certa cosa era considerato molto peggio che non dire: se fai quella stessa cosa avrai sgravi fiscali per 100 milioni di dollari. Un assegno che esce era diverso da un assegno che non entra... I lobbisti che lavorano per le grandi imprese lo sanno, ed è questo il motivo per cui cercano di ottenere gran parte delle sovvenzioni sotto forma di agevolazioni fiscali”.
In altre parole, negli Usa, i capitalisti fanno pagare ai cittadini le loro ricchezze, sia appropriandosi delle risorse senza pagarle, sia ottenendo sgravi fiscali o sussidi. A tutt'oggi, il capitalismo dei compari viene sostenuto dai governi americani in tutti i settori. Ad esempio, nel settore petrolifero, accade che le prime fasi dispendiose e poco proficue (l'esplorazione, l'estrazione e la raffinazione del petrolio) vengono affidate agli Enti statali, ma quando si arriva alle tappe finali (distribuzione e vendita), arrivano le grandi compagnie private inglesi e americane, che acquistano i diritti sui giacimenti. La guerra per il petrolio dell'Iraq viene pagata dai contribuenti americani, mentre i vantaggi dell'appropriazione dei pozzi petroliferi vanno alle grandi società petrolifere private come la General Electric e la Halliburton. Anche la ricerca scientifica viene spesso sovvenzionata dagli Stati, ma quando i ricercatori approdano ad un'importante risultato, i capitalisti possono brevettarlo e ottenere profitti privati da un investimento pubblico. Ciò accadde anche per la televisione: lo Stato sostenne tutte le spese per avviarla, pagando con i soldi dei cittadini, ma quando ormai era avviata, Nixon la vendette ai privati. Ormai si potevano fare molti soldi e si poteva esercitare un grande potere di controllo mediatico. Il motto del capitalismo dei compari potrebbe essere: "spese pubbliche, profitti privati".
I privilegiati sono un numero ristretto, solidali fra loro nel difendere i loro saccheggi, per questo Stigliz li definisce "compari". In sintesi, il capitalismo dei compari ha come caratteristica l'accaparramento di risorse e denaro pubblico per estendere e accrescere i propri affari. Le aziende americane (ma anche molte aziende europee) vengono, in altre parole, sovvenzionate dalle risorse pubbliche, ma i profitti sono privati. Tale sistema esige un potere politico assai forte nel difendere gli interessi dell'élite ricca. Il potere mediatico (in mano all'élite) permette anche di tenere sotto controllo il potere politico. Ad esempio, qualora un presidente dovesse fare scelte non gradite all'élite, verrebbe scatenata una guerra mediatica per far rientrare la proposta di legge. Avere il potere di appropriarsi delle risorse del paese, e di far pagare i cittadini per costruire ed espandere la propria impresa è avere molto potere, come osserva Chomsky:
“Parecchie grandi industrie... vengono mantenute da massicce sovvenzioni statali. Molte Corporation non potrebbero sopravvivere senza, per alcune non rappresentano la parte maggiore dei profitti ma restano comunque un'ancora di salvezza.. Lo Stato fornisce anche la tecnologia di base, metallurgia, avionica o altro, attraverso il sistema dei finanziamenti pubblici. E' difficile trovare un settore efficiente dell'industria statunitense o del terziario che non vi ricorra e che non sia sostenuto dall'intervento del governo... è diventato sempre più difficile tenere in piedi questo sistema... Il settore pubblico deve pagare la ricerca e i costi dello sviluppo (delle Corporation). Il vero potere è nelle mani degli investitori, dei padroni e delle banche... Chi non fa parte dei padroni o degli investitori non ha molta voce in capitolo. Può scegliere di affittare il suo lavoro alla corporation, o di acquistare i beni di prima necessità e i servizi che essa produce, oppure cercare di ritagliarsi un posto nella catena di comando, ma questo è tutto.... Le Corporation sono più totalitarie della maggior parte delle istituzioni che noi definiamo totalitarie nel campo della politica”.
Tale sistema, fondato sul potere e sui privilegi di pochi a danno di molti, è assai costoso per i cittadini americani. Negli ultimi due decenni, per poter continuare a foraggiare i ricchi, le tasse sono significativamente aumentate, mentre i tagli alla spesa pubblica hanno raggiunto livelli altissimi. Almeno da venti anni, gli Usa non investono abbastanza nelle infrastrutture. Non investono risorse sufficienti per fronteggiare efficacemente gli uragani, come l'uragano Katrina (agosto 2005) ha tragicamente rivelato. Negli Usa sono sempre più numerosi i quartieri degradati, con scuole assai carenti e un alto livello di criminalità. I cittadini americani non hanno assistenza medica gratuita e devono spendere cifre enormi per andare all'Università. Anche la mortalità infantile è in crescita e molte persone (bambini e adulti) muoiono perché non hanno abbastanza denaro per curare alcune malattie. Tutto ciò avviene mentre le sovvenzioni alle imprese si moltiplicano, così come le spese militari. I cittadini pagano quindi un prezzo enorme per mantenere questo sistema, che produce sofferenza e vittime.
I capitalisti, per accrescere il loro potere, e soprattutto per poter essere considerati non responsabili dei crimini che commettono, hanno istituito le Corporation. Il giurista Joel Bakan, nel suo libro The Corporation spiega cos'è una Corporation e come essa riesca ad assumere un potere totalitario su tutti i paesi del mondo:
“ La Corporation va considerata un'istituzione, ossia una struttura e un complesso di imperativi che guidano le azioni delle persone al suo interno. La Corporation è un'istituzione anche sotto il profilo giuridico, la cui esistenza e capacità di operare è soggetta alla legge. La sua missione dal punto di vista giuridico consiste nel perseguire inesorabilmente e inderogabilmente i propri interessi, a prescindere dalle conseguenze spesso negative che il suo operato può avere sugli altri. Da ciò ne discende che la Corporation è un'istituzione intrinsecamente patologica, detentrice di un potere pericoloso sulle persone e sulla società... Le Corporation al giorno d'oggi controllano le nostre vite: decidono cosa mangiamo, cosa vediamo, cosa indossiamo, dove lavoriamo e cosa facciamo. Siamo inesorabilmente circondati dalla loro cultura, dalla loro iconografia e dalla loro ideologia. E, alla stregua della chiesa e della monarchia in epoche passate, si ergono infallibili e onnipotenti, autocelebrandosi attraverso edifici imponenti e raffinati apparati simbolici... Come un soggetto psicopatico, la Corporation non può riconoscere né agire secondo principi etici che le inibiscano di nuocere agli altri. La sua natura giuridica non fissa alcun limite a quello che può fare agli altri nel perseguimento dei suoi scopi egoistici; di fatto, laddove i benefici superano i costi, la Corporation è perfino obbligata ad arrecare danni”.
Tale istituzione, dopo essere stata avversata nell'Inghilterra del XVII secolo, riappare alla fine del XVIII secolo, caratterizzata dalla capacità di mettere in atto una serie interminabile di frodi e imbrogli. Alla fine del XIX secolo, la Corporation , nei tribunali, venne considerata una "persona" giuridica, alla stessa stregua delle persone fisiche. La Corte suprema del New Jersey e del Delaware, nel 1886, stabilì che le Corporation dovevano, come le persone, essere poste sotto la protezione del quattordicesimo emendamento. Ciò equivaleva a dare loro un potere che i cittadini non potevano avere. Infatti, tutti i cittadini sono responsabili personalmente delle loro azioni, invece le Corporation assumevano diritti senza avere alcun dovere né alcuna responsabilità. Si trattava di avallare un paradosso: la Corporation , per legge, doveva a tutti i costi, dunque anche infrangendo le leggi, perseguire il profitto. Era per legge al di sopra delle leggi. Un mostro irresponsabile e con poteri illimitati.
All'inizio del Novecento, le Corporation avevano una cattiva fama: la gente comune le vedeva come "mostri senz'anima - egoiste, impersonali e amorali." Ma nel corso del secolo esse attuarono una serie di strategie atte a modificare la loro immagine, e ad apparire altruiste, socialmente responsabili e necessarie all'economia. Le strategie propagandistiche erano molteplici: ad esempio iniziarono a finanziare le squadre sportive e gli appuntamenti sportivi come le olimpiadi e i campionati; diffusero immagini pubblicitarie, nelle riviste e nei giornali, che inducevano ad associarle al servizio pubblico, e dettero grosse somme in beneficenza ad enti assistenziali. Ciò permise loro di essere benvolute dalla gente comune, fino alla crisi economica degli anni Trenta, in cui si diffuse l'idea che la situazione fosse dovuta al loro egoismo e alla loro avidità. Nel 1933, il giudice della Corte suprema Louis Brandeis, in una sentenza, le definì "mostri simili a quelli di Frankenstein." Il cosiddetto 'libero mercato' è una realtà sempre meno "reale" perché di fatto sono le 180 Corporation transnazionali che decidono le politiche economiche internazionali, e solo fra di loro avvengono le transazioni. Le Corporation sono in gran parte americane, europee e giapponesi, e controllano l'intera vita economica: il cibo, tutte le produzioni, le banche e le comunicazioni. Noam Chomsky le definisce "tirannie private"... “le Corporation sono istituzioni illegittime di un potere tirannico con radici intellettuali non dissimili da quelle del fascismo e del bolscevismo".
Le politiche per il Terzo Mondo, come le politiche di scambio, sono subordinate agli interessi delle Corporation, che hanno come unico obiettivo quello di creare e accrescere profitto. Le Corporation cercano di nascondere le loro vere caratteristiche, e utilizzano i media per manipolare l'opinione pubblica a loro favore, cercando di apparire filantropiche e al servizio dei cittadini. Spesso sponsorizzano iniziative culturali o filantropiche, oppure pagano milioni ai Testimonial per associare la loro immagine a personaggi (attori, musicisti ecc.), amati da un vasto pubblico. Esse utilizzano massicciamente la pubblicità (anche occulta) per manipolare l'esistenza delle persone, accrescendo i loro bisogni materiali e orientando i loro acquisti. Per loro le persone sono consumatori oppure oggetti da sfruttare lavorativamente. Secondo Noam Chomsky la Corporation è disumana:
“(Il suo fine è) assicurarsi che gli esseri umani con cui interagisce, tu e io, diventino anch'essi disumani. Bisogna sradicare dalla testa della gente sentimenti naturali come l'attenzione per il prossimo, la compassione o la solidarietà... L'ideale è avere individui completamente isolati, che non si curino minimamente degli altri... il cui concetto di se stessi, il loro senso dei valori, si riduca a 'Quanti bisogni indotti posso appagare? E quanto posso continuare a indebitarmi per appagare bisogni indotti?' L'ideale sarebbe riuscire a creare una società fatta di unità minime costituite da una persona e un televisore, senza alcuna connessione con gli altri”.
Molti luoghi del Terzo Mondo in cui le Corporation, soprattutto americane ed europee, sfruttano e riducono in semischiavitù, vengono tenuti segreti. Charles Kernaghan, direttore del National Labour Committee, è riuscito a trovare nelle discariche di rifiuti della Repubblica Dominicana alcuni documenti che testimoniavano metodi agghiaccianti per fruttare lavoratrici bambine delle fabbriche di articoli di abbigliamento della Nike. Kernaghan trovò fogli su cui venivano accuratamente annotate tutte le fasi di produzione di una maglietta: c'erano ben 22 operazioni, dal taglio al confezionamento, e ogni passaggio veniva cronometrato e aveva un tempo massimo. Per ogni maglietta la Nike pagava 8 centesimi di dollaro, per poi venderla a 22,99 dollari. Le giovani lavoratrici venivano controllate a vista dalle guardie, che non esitavano ad umiliarle e a picchiarle con ogni minimo pretesto.
Coloro che lavorano per le Corporation, dai manager rampanti ai semplici impiegati, vengono indotti ad avere una doppia morale: impietosi e inumani per produrre profitti, umani e benevoli con i loro familiari e amici. Se vogliono continuare a lavorare per le Corporation devono imparare a riconoscere tutte le occasioni per produrre profitto, in qualsiasi situazione. L'operatore di borsa Carlton Brown, dopo la tragedia dell'11 settembre, disse: "(quando gli aerei colpirono le torri) la prima cosa che mi venne in mente fu 'a quanto sta l'oro?'... (l'11 settembre) è stato qualcosa di devastante, certo, di clamoroso, sconvolgente. Ma non tutto il male viene per nuocere... i miei clienti nel mercato dell'oro ci hanno guadagnato tutti. Dietro ogni tragedia c'è un'opportunità. L'opportunità di creare ricchezza".
Tramite le pubblicità, le Corporation accrescono i bisogni e l'avidità. Chris Hooper, pubblicitario e regista, che lavora per Mc Donald's, Coca-Cola e altre Corporation dice: “(creo) immagini per vendere prodotti a coloro che non ne hanno bisogno... (che) incoraggiano un comportamento puerile, un comportamento irresponsabile, edonistico, egoistico e narcisistico". La pubblicità e la propaganda delle Corporation è ormai talmente invasiva che ci sembra "normale" vedere cartelloni pubblicitari ovunque, anche nei cinema, nei bar, negli stadi, in metropolitana, sugli autobus, ecc. Le Corporation hanno realizzato un mondo in cui il loro potere si può imporre senza rispettare i diritti umani e nemmeno i minimi standard del rispetto per l'ambiente, delle situazioni lavorative, dei servizi sociali e del commercio. La loro totale libertà coincide con la distruzione di milioni di vite umane. Per proteggere il loro potere, le Corporation inglesi e americane producono la maggior parte di armamenti e li esportano in tutto il mondo, soprattutto nelle aree del Terzo Mondo, che è meglio tenere nel caos della guerra per poterle meglio controllare e saccheggiare. L'Unicef ha notificato che ogni anno muoiono per fame 5,6 milioni di bambini. Secondo la Fao (Food and Agricultural Organization) sono circa due miliardi gli esseri umani che soffrono la fame. Muoiono perché l'economia dei loro paesi è nelle mani dell'élite ricca occidentale, che attraverso le Corporation attua politiche economiche attente soltanto a produrre profitti. Centinaia di milioni di persone soffrono la fame perché gran parte del terreno arabile viene oggi utilizzato per la coltivazione di cereali ad uso zootecnico piuttosto che per cereali destinati all'alimentazione umana. La Fao ha più volte fatto appello ai governi dei "paesi in via di sviluppo" per indurli ad abbandonare le politiche agricole imposte dal Fmi e dal Wto, che per il popolo equivalgono alla morte.
Gli Stati Uniti producono più del 70% del grano per sfamare il bestiame, soprattutto bovino. Inoltre, due terzi di tutto il grano che gli Usa esportano viene utilizzato per l'allevamento del bestiame e non per soddisfare il fabbisogno di cibo dei poveri del mondo. Le Corporation transnazionali, guardando esclusivamente al profitto, si curano di soddisfare la domanda di carni da parte del mondo ricco e lasciano morire di fame i poveri. Inoltre, esse hanno sottratto le terre ai paesi poveri. Ad esempio, in Etiopia, mentre le persone muoiono, i terreni agricoli vengono utilizzati per la produzione di panelli di lino, di semi di cotone e semi di ravizzone da esportare nel Regno Unito e in altri paesi europei come cereali foraggieri destinati alla zootecnia. Sono milioni gli acri di terra che nel Terzo mondo vengono utilizzati per la produzione di mangime destinato all'allevamento del bestiame europeo.
Dal 1950 ad oggi, la quota-parte di grano destinata alla zootecnia è triplicata e oggi supera il 21% del totale di grano prodotto. In Cina, dal 1960 ad oggi, la percentuale di grano da allevamento è triplicata (dall'8 al 26 per cento). Nello stesso periodo, in Messico, la percentuale è cresciuta dal 5% al 45%, in Egitto dal 3% al 31%, ed in Thailandia dall'uno al 30%. Mentre migliaia di persone, nei paesi industrializzati, muoiono per malattie causate dall'eccesso di cibo (attacchi di cuore, infarti, cancro, diabete ecc.), nel Terzo Mondo si muore di fame. Negli Usa almeno 300 mila persone muoiono prematuramente per problemi di sovrappeso, e secondo gli esperti il dato è destinato a crescere. Anche in Europa, più della metà della popolazione fra i 35 e i 65 anni ha un peso superiore al normale. Secondo il Who (World Health Organization), il 18% della popolazione dei paesi ricchi è obesa, e la percentuale corrisponde alla quantità delle persone denutrite. Alle Corporation non importa né della salute delle popolazioni dei paesi ricchi, né di quella delle popolazioni povere. Esse sono interessate solo ed esclusivamente al profitto e all'espansione del loro sistema economico, e non ha alcuna importanza per loro se questo coincide con la morte di milioni di persone. Dietro a questo genocidio ci sono dei precisi responsabili: società europee e americane come Ralston Purina, Cargill, Aia, Amadori, Doux ecc., che producono in paesi poveri del sud del mondo per poi importare in quelli ricchi. Ciò avviene anche perché nei paesi poveri i lavoratori non sono tutelati e possono essere sfruttati, per diminuire i costi. Ma chi acquista paga sempre lo stesso prezzo.
Oggi esistono cinque multinazionali capaci di esercitare un potere di vita o di morte sui popoli del mondo. Queste cinque multinazionali, definite le "cinque sorelle dei cereali", sono la Cargill di Minneapolis, della famiglia Mc Millan, la Dreyfus di Stanford e Parigi, della famiglia francese Louis-Dreyfus, la Bunge y Born di Buenos Aires, della famiglia argentina Hirsh, la Garnac di Chicago e Losanna, della famiglia svizzera André, e la Continental Grain di New York, della famiglia americana Fribourg. Queste poche famiglie scelgono di fare le politiche di profitto, che non mettono al primo posto la vita umana, ma il loro personale interesse, condannando milioni di persone alla morte. Rincorrendo soltanto l'interesse personale creano un mondo in cui i magazzini europei e americani traboccano di derrate alimentari, di burro, latte, grano, vino olio, mentre nel Terzo Mondo ogni giorno muoiono per fame 24.000 persone, tre quarti delle quali sotto i cinque anni. Più di 800 milioni di umani sono cronicamente denutriti; 180 milioni di bambini sono sotto peso e 2 miliardi di persone hanno malattie dovute a carenze alimentari.
Le cinque sorelle dei cereali hanno provocato una serie di devastazioni nell'agricoltura di molti paesi del Terzo Mondo. Ad esempio, in Africa, per inserire monocolture ipersfruttatrici del suolo (tabacco, caffè, zucchero ecc) che avrebbero dato più profitti, hanno impedito la coltivazione di prodotti locali necessari all'alimentazione indigena (ad es. sorgo e miglio). Oggi più del 20% del cibo africano viene ora importato dai paesi ricchi, perché è stato impedito ai contadini indigeni di coltivarlo sul posto. Un rapporto Oxfam del 2002, intitolato Rigged Rules and Double Standards, sostiene che "128 milioni di persone potrebbero uscire dalla povertà se le regole del commercio permettessero ad Africa, America Latina, Asia orientale e del Sud-est di aumentare la propria parte del commercio mondiale di appena l'1%. In Africa, quest'aumento darebbe un introito di 100 miliardi di dollari, il quintuplo di quanto il continente riceve in termini di aiuti e di ripianamento del debito. Con questo 1% ci potremmo ricomprare il nostro cibo".
Aiutati dal Fondo Monetario Internazionale (Fmi) e dalla Banca Mondiale (Bm), le Corporation transnazionali costringono i governi del Terzo Mondo ad attuare politiche criminali e devastanti per la loro economia. Ad esempio, le imprese Usa inviano le loro eccedenze di mercato (grano, mais ecc.), che inizialmente vendono a prezzi molto bassi, per indurre al fallimento le cooperative agricole e i piccoli proprietari. Dopo il fallimento, le Corporation si impadroniscono delle loro aziende. I contadini rovinati diventano salariati al soldo delle Corporation, che li costringono a produrre a bassissimo costo e ad aumentare al massimo la produttività del terreno, utilizzando fertilizzanti o concimi chimici altamente inquinanti. In questo modo costringono paesi che erano autosufficienti dal punto di vista alimentare, a diventare dipendenti dai paesi ricchi. Essendo costretti ad importare, i debiti si aggravano e vengono utilizzati come arma di ricatto per continuare ad imporre politiche economiche favorevoli ai paesi ricchi. I cittadini dei paesi ridotti allo stremo si ribellano e cercano di rivendicare i loro diritti. Di conseguenza i paesi ridotti alla fame vengono massicciamente militarizzati. Vengono soppresse le libertà civili e viene instaurato un clima terroristico. In molti paesi, come le Filippine, il Bangladesh, l'Indonesia, i paesi del Centro-America e la Costa D'Avorio, le Corporation transnazionali possono produrre con enormi agevolazioni fiscali e pagando bassissimi salari. In queste zone esistono governi fantocci assoldati dalla stessa élite che sfrutta le risorse e la manodopera locale. In questi paesi non si può scioperare, non si possono istituire sindacati, e le leggi a tutela dei lavoratori sono praticamente inesistenti. Le Corporation transnazionali hanno anche il potere di imporre a livello internazionale il prezzo di acquisto delle materie prime, a scapito dei produttori locali, che si trovano a guadagnare sempre meno lavorando sempre di più. Una volta acquistato il prodotto, quando questo arriva nei paesi ricchi, aumenta improvvisamente di prezzo, anche di 10 volte. Ad esempio, una camicia prodotta in Bangladesh a 0,50$ viene venduta a New York a 46$. I paesi sottoposti a questo regime economico sono sostanzialmente proprietà delle Corporation, che possono sfruttare le materie prime e le popolazioni, emarginando chi non risulta utile al funzionamento della macchina produttiva, e sottraendo tutte le energie vitali delle popolazioni, per produrre profitto.
Le Corporation transnazionali hanno il potere di indirizzare le loro ricerche e le loro strategie dove e come vogliono, senza considerare come protagonista principale del loro operato l'essere umano e la sua salute. Ad esempio, la Monsanto investe gran parte dei suoi profitti nella ricerca e nella produzione di semi transgenici. Nello Stato di Bahía (Brasile) ha costruito un impianto dal costo di 500 milioni di dollari per produrre semi transgenici di mais e soia da esportare a tutto il mercato andino. Le sue scelte dipendono dalla quantità dei profitti e per realizzare i suoi progetti si avvale di potentissime lobby che esercitano una forte pressione sul Congresso e sull'amministrazione degli Stati Uniti.
Negli Usa esistono lobby che fanno pressioni per l'attuazione di forti tagli nella spesa sociale e per non aumentare le tasse. Ad esempio, esiste l'Americans for Tax reform, una lobby fondata nel 1985 da Ronald Reagan. Questa lobby è talmente potente che è riuscita a far firmare un giuramento a quasi la maggioranza dei senatori del Congresso americano. Si tratta del giuramento di non alzare le tasse. Le classi più deboli non hanno lobby e non possono fare alcuna pressione sul governo, mentre le Corporation e le banche sovvenzionano con cifre enormi le campagne elettorali dei candidati e utilizzano i gruppi di pressione per essere sicuri che il governo faccia ciò che è nei loro interessi. Durante la campagna elettorale, la Monsanto ha versato grosse somme a favore di George Bush. Quest'ultimo, salito al potere, ha inserito un dirigente della Monsanto all'interno della sua amministrazione.
Grazie al sostegno del governo americano, la Monsanto ha potuto brevettare prodotti agricoli indiani, costringendo i contadini che li coltivavano da molti anni a pagare per le sementi. Il 21 maggio 2003, l 'Ufficio Europeo per i Brevetti di Monaco ha concesso alla Monsanto un brevetto col n. EP 445929, con la semplice denominazione "piante", anche se la legge europea non consente di brevettare le piante. Il brevetto comprendeva anche il grano che presenta una speciale qualità di cottura, derivato da grano indigeno indiano. Col brevetto, la Monsanto ha acquistato il monopolio della coltivazione, produzione e trasformazione di molte varietà di grano a bassa elasticità. Con un brevetto (EP 518577) registrato nel 1988, la Unilever e la Monsanto avevano reclamato il diritto esclusivo ad utilizzare la farina, per fare tipi tradizionali di pane indiano, come i "chapatis". Negli USA, il 3 maggio del 1994, la Monsanto ha ottenuto il brevetto numero 5.308.635 per le miscele di farina di grano a bassa elasticità; il 9 giugno 1998 ha ottenuto il brevetto numero 5.763.741 per produrre impasto di grano a bassa elasticità e il 12 gennaio 1999 col numero 5.859.315 è stato rilasciato un altro brevetto per grani, che producono impasti a bassa elasticità. Attraverso questi brevetti la Monsanto può letteralmente controllare il pane quotidiano. La Corporation americana si è indebitamente appropriata di prodotti che erano frutto di lavoro per la selezione dei contadini indiani, e ha privato gli indiani della possibilità di produrre ciò che è tipico della loro produzione alimentare, il pane indiano chapatis. Osserva l’economista indiana Vandana Shiva:
“Con un giro d'affari stimato di 1.5 milioni di dollari, l'industria indiana di prodotti da forno è uno dei settori manifatturieri più importanti dell'India, la cui produzione è cresciuta costantemente nel paese. Le maggiori industrie di prodotti da forno, cioè quella del pane e quella dei biscotti, coprono l'82% del totale dell'industria dei prodotti da forno. Con una crescita complessiva annua stimata al 6,9%. Secondo l'ASSOCHAM India, una società a sostegno delle attività economiche, nel paese vi sono quasi 85.000 forni industriali. Circa 75.000 di questi operano in ambito non organizzato, che detiene una quota pari al 60% del mercato. I rimanenti 10.000 forni operano nel settore organizzato, che detiene una quota pari al 40% del mercato”.
Assumere il controllo mondiale del cibo equivale ad acquisire un potere immenso di vita e di morte. Le Corporation che controllano il mercato delle varietà vegetali stanno sperimentando il modo di sostituire le varietà naturali con ibridi elaborati su princìpi chimici. La Fondazione Rockefeller è riuscita ad appropriarsi del 95% delle più comuni coltivazioni di cereali, e punta a rendere il settore sempre meno variegato e sempre più ibridato. Queste stesse persone, avendo anche il controllo della ricerca scientifica, impediscono che vengano fatti studi approfonditi sugli Ogm. Oggi il 90% del commercio di prodotti alimentari è nelle mani di pochissime transnazionali: Nestlé, Unilever, Monsanto, Cargill, Archer Daniel Midlands, Procter & Gamble e Kraft/Philip Morris. Gli interessi di queste Corporation sono protetti ed estesi grazie anche all'Organizzazione Mondiale del Commercio (Omc o Wto). Il Wto è un ente privato che non rispetta le leggi internazionali, e possiede propri giudici e avvocati. I suoi giudici decidono del commercio internazionale, e spesso sono gli stessi avvocati delle Corporation. Il Wto si impone come organizzazione a cui ogni paese deve aderire se vuole far parte del mercato internazionale, quindi, nonostante i rischi, vi hanno aderito 134 paesi, che devono accettare le regole a favore delle Corporation.
Per fare un esempio, l'UE da anni paga 130 milioni di euro l'anno per poter rifiutare i vitelli americani, ingrassati con l'ormone della crescita e alcuni prodotti Ogm. I giudici hanno deciso che il torto era della Ue, nonostante si trattasse di tutelare la salute dei cittadini europei. Un altro esempio è quello dei farmaci indiani: il governo indiano forniva farmaci a basso costo ai poveri del mondo, ma a causa delle regole del Wto non può più farlo. I farmaci indiani erano simili a quelli già brevettati dalle grandi case farmaceutiche, e in ottemperanza al principio secondo cui non è possibile la vendita di medicine a prezzi più bassi di quelli delle transnazionali, non sarà più possibile salvare la vita di quei poveri che non possono pagare i farmaci a prezzi alti.
Il Wto, avendo di fatto il potere di imporre l'interesse delle imprese al di sopra di tutto, anche della salute umana, agisce come un'organizzazione politica ed economica oligarchica potentissima. E' un'arma spesso mortale contro i poveri e rappresenta concretamente il potere assoluto dell'élite ricca. L'oligarchia che lo dirige non è mai stata eletta da nessun popolo, eppure sovrasta i governi di tutti paesi che vi hanno aderito. L'imperativo è di massimizzare gli interessi delle transnazionali, senza tener conto dell'ambiente, dei diritti dei lavoratori o della salute pubblica. Per il Wto tutto è merce, anche l'acqua, la scuola, la cultura e la sanità. Non c'è alcuna tutela per le persone comuni, che sono soggette al potere totalitario delle imprese e delle banche. Gli esseri umani, all'interno di questa logica, sono cose che si possono sfruttare per avere più profitto, oppure sono consumatori. John D. Rockefeller, il fondatore della Standard Oil Company, e capostipite della famiglia di petrolieri-banchieri, affermava: "La gente è semplicemente una merce trattabile e acquistabile quanto lo zucchero o il caffè. Io pago, per acquisti di questo tipo, molto più che per qualunque altro genere di merce sulla terra".
Secondo Domenico Losurdo, l'élite che oggi detiene il potere, utilizza nuove tecniche per indebolire i popoli, e per privarli del loro potere politico ed economico, e per decimare coloro che non vengono considerati degni di vivere:
“Come sanno gli storici, la Food-diplomacy , cioè la diplomazia della fame, è stata teorizzata dagli Usa e tuttora viene messa spietatamente in pratica. Se c'è una carestia chiaramente ‘indotta’ dall'esterno è quella che oggi falcidia il popolo iracheno e cerca di affamare il popolo cubano”.
Questa tecnica è stata utilizzata anche in Africa, in molti paesi dell'Asia e nell'America Latina.
Le Corporation si impadroniscono di tutto, anche dell'acqua, assumendo il controllo della gestione dei servizi idrici pubblici in tutto il mondo. Oggi poche decine di società controllano gran parte della distribuzione dell'acqua. Tra queste ci sono le francesi Vivendi, Ondeo, Suez-Saur (che controllano il 40% del mercato mondiale con un giro d’affari di 60 miliardi di euro), le britanniche Seven-Trent e Thames Water, il colosso tedesco RWE, le americane Bechtel, Wessex Water, Danone, Metro Water Services e l'italiana Acea Spa. Queste Corporation sono appoggiate dalla Banca Mondiale e dal Fondo Monetario Internazionale, che costringono i paesi del Terzo Mondo a rinunciare ai loro sistemi pubblici di distribuzione idrica e a privatizzarli, stipulando contratti talvolta gratuiti con queste aziende, dietro ricatto del debito. Queste Corporation non si curano del fatto che l'acqua sia un bene vitale fondamentale, e spesso aumentano il prezzo dell'acqua a proprio piacimento, e interrompono l'erogazione a chi non può pagare. Inoltre, non hanno nessuna trasparenza circa la qualità dell'acqua. L'acqua viene considerata una merce qualsiasi, accessibile solo a chi ha i soldi per pagarla e non un diritto umano fondamentale, necessario all'esistenza. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni anno nel mondo muoiono 10 milioni di persone (la metà delle quali sono bambini), per colera, tifo, dissenteria e altre malattie dovute soprattutto alla mancanza di acqua potabile e al conseguente consumo di acqua insalubre. Nei Paesi del Terzo Mondo, soprattutto in Africa, l'acqua è responsabile di oltre l'80% delle malattie. A causa della privatizzazione dell'acqua si prevede che nei prossimi anni moriranno più di settanta milioni di persone, per mancanza di acqua o perché usufruiscono di acqua sporca. Dietro a questi crimini vi sono precise persone, che non appaiono come "mostri" perché le loro responsabilità vengono tenute nascoste. Michel Camdessus dovrebbe essere processato per crimini contro l'umanità. Egli ha diretto per tredici anni le politiche del Fondo Monetario Internazionale, che hanno ucciso milioni di persone. Le politiche economiche errate non vedono mai nessun responsabile, anche quando è sicuro che esse hanno causato la morte e la miseria di parecchie persone. Oggi Camdessus è stato chiamato a sedere nelle Commissione pace e giustizia del Vaticano. Anche le persone che controllano le Corporation, come alcuni membri della famiglia Rockefeller, dei Rothschild, dei Warburg e molte altre, dovrebbero pagare per i crimini che commettono.
Le Corporation transnazionali, come la Nestlé , sfruttano i bambini e commettono altri crimini orrendi. Il 14 luglio del 2005, l’International Labor Rights Fund ha denunciato alla Corte federale di Los Angeles, la Nestlé , la Archer Daniels Midland (ADM) e la Cargill. L'accusa è di traffico di bambini, torture e lavoro forzato, crimini commessi nelle coltivazioni di cacao della Costa d'Avorio. Le tre compagnie importano grandi quantità di cacao dalla Costa d'Avorio, che è il maggior produttore mondiale. La denuncia si basa sulle accuse di tre persone, che sono state sfruttate quando erano minorenni. Nel 1996, i tre minorenni erano stati rapiti e trasferiti in Costa d'Avorio, dove vennero costretti a lavorare senza paga per 12-14 ore al giorno. Tutti i bambini sfruttati dormivano in luoghi sovraffollati, dove venivano controllati, chiusi a chiave e a volte frustati. I tre bambini vissero in tali condizioni dal 1996 al 2000.
L'International Labor Rights Fund considera "inammissibile che Nestlé, ADM e Cargill abbiano ignorato i ripetuti e ben documentati allarmi, lanciati diversi anni fa, sul fatto che le coltivazioni di cacao da loro utilizzate impiegano bambini schiavizzati. Le tre compagnie avrebbero potuto fermare questa situazione anni fa, ma hanno scelto di guardare da un'altra parte. Ci siamo rivolti alla Corte come ultima scelta". Ufficialmente, le tre società si oppongono allo sfruttamento di bambini. La Nestlé , nei suoi principi aziendali, ha dichiarato: " La Società non dà lavoro ai bambini prima che abbiano completato il loro iter formativo obbligatorio, come stabilito dalle autorità preposte. Chiede, inoltre, che i propri partner applichino i medesimi standard".
Nel settembre del 2001, alcuni rappresentanti degli industriali del cacao europei e americani avevano sottoscritto il Protocollo Harkin-Engel (dai nomi dei due senatori americani che avevano partecipato alla preparazione del Protocollo), che impegnava l'industria ad eliminare e a combattere il lavoro minorile in Africa Occidentale. L'accordo non ha sortito alcun effetto concreto. Nel 2001, l 'Organizzazione Internazionale del Lavoro (Oil) ha denunciato l'esistenza di un traffico di minori finalizzato al lavoro nei campi di cacao. Dalle stime del 2002, sarebbero 352 milioni i bambini fra i 5 e i 14 anni costretti a lavorare, e almeno la metà di essi svolgono lavori pesanti e in condizioni disumane. In Africa Occidentale e Centrale ci sono oltre un milione di bambini che lavorano in condizioni di semischiavitù. In Costa d'Avorio, in Camerun, nel Togo e in Nigeria, sono le condizioni di povertà e le gravi disuguaglianze sociali a rendere possibile lo sfruttamento dei bambini. In Africa Occidentale si produce quasi il 70% del cacao (43% in Costa d'Avorio, 4% in Camerun, 15% in Ghana e 7% in Nigeria), che viene raccolto e lavorato da bambini, anche di età inferiore ai sette anni. I piccoli produttori locali, pur sfruttando i bambini, non hanno grossi guadagni, poiché il cacao viene loro pagato ad un prezzo molto basso dalle Corporation occidentali. I prezzi del cacao vengono stabiliti dalle Borse di New York (Csce - Coffee, sugar and cocoa exchange) e di Londra (Liffe - London International Finance Futures Exchange). I produttori sono esclusi dalle contrattazioni, e si devono accontentare del 4-6% del prezzo finale.
La povertà dei paesi africani non permette a molti bambini di andare a scuola. A questi bambini non viene di fatto riconosciuto alcun diritto, e molti di loro non vengono nemmeno registrati alla nascita. Secondo l'Organizzazione Save The Children per il West Africa, esiste il traffico di bambini. Michel Larouche, direttore dell'Organizzazione, osserva che "il traffico di minori è un business organizzatissimo: in alcuni casi i ragazzi, affidati dai propri genitori a conoscenti, lasciano la propria casa per imparare un lavoro in altri paesi, altre volte invece i mediatori avvicinano i ragazzi che lavorano localmente, assicurando loro guadagni e introducendoli invece nel commercio illegale; in altri casi ancora i minori vengono rapiti e "contrabbandati" attraverso i confini verso la Costa d'Avorio, condotti nei campi e lì trattati come schiavi. Il problema, non è il lavoro minorile in sé ma le condizioni in cui devono lavorare i minori".
Inoltre, le Corporation attuano politiche criminali contro i sindacati che difendono i diritti dei lavoratori. Ad esempio, in Colombia, i sindacati colombiani hanno denunciato una situazione tremenda: le Corporation hanno fatto uccidere esponenti della lotta sindacale. Il Sinaltrainal (Sindacato Nazionale dei Lavoratori dell'Industria Alimentare) ha accusato la Coca-Cola e la Nestlé di attuare un vero e proprio sterminio contro i sindacalisti. Nel periodo 2000/02 sono stati uccisi in Colombia 112 Dirigenti sindacali (l'80% dei sindacalisti uccisi nel mondo) e 10.000 militanti sindacali sono stati oggetto di minacce. Questi crimini vengono commissionati ai paramilitari che le Corporation transnazionali assumono per controllare i lavoratori e per impedire le lotte sindacali. In Colombia, la repressione delle lotte sociali è diventata un vero e proprio terrorismo di Stato. Nel 1996 è nata l'organizzazione "Colombia Nunca Más", che ha l'obiettivo di fare in modo che i crimini possano essere puniti. L'organizzazione è riuscita a raccogliere parecchie testimonianze e informazioni su almeno 38.000 casi di torture, sparizioni forzate e/o esecuzioni extragiudiziarie. La banca dati del Colombia Nunca Mas ha registrato quasi 29.000 esecuzioni extragiudiziarie, 2.800 vittime di detenzioni-sparizioni e circa 7.000 vittime di torture o maltrattamenti. I dati riguardano anche le massicce repressioni che avvengono contro il movimento contadino, il movimento indigeno e i movimenti politici di opposizione, come l'Unión Patriótica e il Partito Comunista.
Le Corporation transnazionali dei farmaci uccidono milioni di persone ogni anno, privandole del diritto a potersi curare. Esse impediscono, a causa dell'alto costo di alcuni farmaci, a milioni di persone di curarsi. I colossi dei farmaci sono la Bayer , la Pfizer , la Tecnoquímicas S.A ., la Abbot Laboratories , la Baxter , la Roche , la Schering-Plough , la Bristol Myers Squibb e la Boehringer Ingelheim. Un medico tedesco, il Dottor Matthias Rath, nel giugno del 2003, ha citato in giudizio le grandi Corporation petrolchimiche accusandole di gravi crimini contro l'umanità, come il genocidio e i crimini di guerra. Le Corporation farmaceutiche vengono anche accusate da molti altri medici di intralciare le ricerche relative a metodi di cura alternativi ai farmaci e alle cure tradizionali. Vengono indicati come responsabili, il presidente degli Stati Uniti George Bush, i membri del suo entourage (Cheney, Rumsfeld, Rice, ecc.), Tony Blair, tutti i direttori generali, gli alti dirigenti e i consigli di amministrazione delle Corporation farmaceutiche (Pfizer, Merck, Glaxosmithkline, Novartis, etc.), petrolchimiche (Exxon, BP, Chevron, etc.) e i membri dei gruppi finanziari che le sostengono (Rockefeller, Rothschild, Jp Morgan, la commissione Trilaterale ecc.).
Alcune Corporation farmaceutiche, come la Pfizer , la Merk , la GlaxoSmithKline , la Novartis , la Amgen e la Astra Zeneca , sono accusate di aver ostacolato la prevenzione delle malattie tramite le nuove cure naturali salva-vita, per non perdere i profitti che ricavano dai medicinali chimici brevettabili. I farmaci tradizionali sono efficaci soltanto ad eliminare i sintomi, e non curano le malattie. Rath ha citato in giudizio le Corporation farmaceutiche presso il Tribunale Penale Internazionale ( la Corte permanente istituita l'11 marzo 2003 a L'Aja). La Corte non è ancora operativa, ma se dovesse diventarlo l'Olanda potrebbe perseguire le violazioni dei diritti umani universali. Tuttavia, il sistema di protezione delle Corporation, anche quando i crimini sono evidenti o provati, è molto potente, e sostenuto dall'élite ricca di tutti i paesi del mondo. Infatti, le autorità degli Stati Uniti, Russia, Cina ed Israele hanno dichiarato che non processeranno nessuno, ancor prima di accertare se i crimini sono reali oppure no. Rath avanza la denuncia in nome di "popolo della Terra", e utilizza le sue conoscenze mediche per provare che le sue non sono soltanto illazioni. Egli è stato collaboratore del premio Nobel per la chimica e per la pace Linus Pauling, che scoprì l'importanza della vitamina C nella cura di molte malattie.
La denuncia di Rath contro le industrie farmaceutiche riguarda anche l'aver volontariamente ignorato importanti scoperte mediche relative a cure con sostanze naturali come alcune vitamine. Questo avveniva perché le sostanze naturali (i micronutrienti) non sono brevettabili e perciò non possono garantire elevati profitti. La citazione in giudizio presentata al Tribunale Penale Internazionale da Matthias Rath dice:
“La presente citazione porta in giudizio davanti alla Corte Internazionale di Giustizia i maggiori crimini mai commessi nel corso della storia umana. Gli imputati sono accusati di aver causato la morte e danni a milioni di persone attraverso il "business della malattia", attraverso crimini di guerra e altri crimini contro l'umanità... Le accuse presentate in questo appello si riferiscono a due principali capi d'accusa: * Genocidio e altri crimini contro l'umanità commessi in connessione con il business farmaceutico della malattia. * Crimini di guerra e di aggressione e altri crimini contro l'umanità commessi in connessione con la recente guerra in Iraq e l'escalation internazionale verso una guerra mondiale. Questi due capi d'accusa sono direttamente riferiti e collegati ad un unico fattore: vengono commessi nel nome e negli interessi degli stessi gruppi corporativi d'investimento e dai loro sostenitori politici. Per stabilire le prove e mostrare le motivazioni comuni degli accusati e' necessaria un breve rivisitazione storica. Nel corso del XX secolo, l'industria farmaceutica è stata sviluppata e organizzata con il fine di controllare i sistemi sanitari di tutto il mondo rimpiazzando sistematicamente le terapie naturali non brevettabili con farmaci di sintesi e brevettabili, perciò redditizi. Questa industria non si è evoluta naturalmente. Al contrario, è stata una decisione d'investimento presa da una manciata di imprenditori ricchi e senza scrupoli. Costoro hanno definito deliberatamente il corpo umano come un mercato finalizzato a generare ulteriore ricchezza.... Il motore trainante di questa industria per investimenti fu il Gruppo Rockefeller. Nel periodo a cavallo tra il XIX e XX secolo avevano il controllo del 90% del mercato petrolchimico degli Stati Uniti e stavano aspettando una nuova opportunità di investimento globale. Un altro gruppo d'investimento attivo in questo campo si è formato intorno al Gruppo finanziario dei Rothschild... Gli imputati sono responsabili della morte di centinaia di milioni di persone che continuano a morire di problemi cardiovascolari, cancro e di altre malattie che potrebbero essere evitate e che potevano essere eliminate definitivamente molto tempo fa. Per commettere questi crimini, le società farmaceutiche usano un labirinto di esecutori e di complici arruolati nella scienza, nella medicina, nei mass-media e nella politica. I governi di intere nazioni sono maneggiati o completamente controllati da gruppi di pressione e dagli ex-quadro dell'industria farmaceutica. Per decenni, la legislazione di intere nazioni è stata corrotta ed usata per promuovere questo "business della malattia" multimiliardario mettendo a rischio la salute e la vita di centinaia di milioni di pazienti e di persone innocenti”. Un reato come quello individuato da Rath è già stato commesso dalle Corporation petrolchimiche. Nel 1947, alcuni dirigenti e ricercatori della IG-Farben vennero processati a Norimberga. La IG Farben era il più grande cartello farmaceutico-petrolchimico dell'Europa prebellica e la più grande azionista della Standard Oil dei Rockefeller. Il Tribunale di Norimberga condannò non soltanto i leader politici e militari, ma anche i dirigenti aziendali (seppur a pene miti, vedi capitolo IV), che avevano portato Hitler al potere. Le società derivate dalla IG-Farben continuano a mettere il profitto al di sopra di tutto, commettendo delitti contro la salute, la vita umana e l'ambiente. La Bayer e la Hoechst dominano il mercato europeo ormai da molti anni. La Coalition Against Bayer Dangers (Cbg) è stata creata per mettere la Bayer di fronte alle sue responsabilità. Nel 1978 la Cbg capì che la Bayer stava commettendo reati contro i diritti umani e l'ambiente. In molti paesi stava sostenendo i dittatori nel reprimere i lavoratori che chiedevano condizioni di lavoro più umane. La Cbg ha fatto emergere molti casi in cui la Bayer aveva calpestato i diritti umani. Ad esempio, nel 1988 è stata condannata per aver licenziato in America Latina alcuni lavoratori che si erano iscritti al sindacato, e nel 1991 è stata accusata da un tribunale tedesco di aver fatto pressione per peggiorare le condizioni di lavoro.
Nel 1995 è iniziata la campagna "Never Again!", per ottenere un risarcimento per lo sfruttamento che la Bayer , la IG Farben e le altre Corporation hanno attuato nei campi nazisti e continuano a praticare nei paesi poveri. Le Corporation farmaceutiche producono farmaci esclusivamente a scopo di lucro. Tutte le loro politiche sono attuate per accrescere i profitti. La ricerca avviene soltanto nei settori remunerativi. Ad esempio, malattie come la malaria e la tubercolosi sono la causa di morte per milioni di persone del Terzo Mondo, eppure le case farmaceutiche scelgono di fare ricerche per farmaci contro la calvizie o l'impotenza. Osserva Bakan: "Nel 2000 non è stato sviluppato nessun farmaco contro la tubercolosi, rispetto agli 8 per la cura dell'impotenza o delle disfunzioni erettili e i 7 per la cura della calvizie. Lo sviluppo di farmaci destinati al trattamento dei disturbi di personalità negli animali domestici sembra avere priorità più elevata rispetto alla battaglia contro malattie che uccidono milioni di esseri umani ogni anno".
Da recente è emerso che le Corporation farmaceutiche, come la Pfizer , hanno fatto sperimentazione su esseri umani nei paesi del Terzo Mondo. La Pfizer è un'azienda americana molto importante nel settore, quotata a Wall Street, che si occupa di produrre nuovi farmaci sia nel settore umano che in quello veterinario. Nel 1996 la Pfizer doveva testare un nuovo antibiotico contro la meningite, il Trovan. Approfittò di una drammatica epidemia di meningite in Nigeria per mandare i suoi "esperti" a somministrare il nuovo farmaco, senza notificare che il farmaco non era mai stato testato prima. I ricercatori della Pfizer utilizzarono come cavie 200 bambini. Undici bambini morirono e quando, nel gennaio del 2001, venne fuori la notizia, la Pfizer sostenne di aver ricevuto autorizzazioni non scritte da parte dei genitori dei bambini. Ma i genitori si sono dichiarati all'oscuro di tutto e hanno denunciato la casa farmaceutica.
Il totalitarismo dell'attuale sistema economico-finanziario mondiale è reso possibile dal possesso, da parte dello stesso gruppo (e delle stesse, poche persone) delle banche, delle Corporation, dei media e del controllo politico. Sempre più spesso sono gli ex dirigenti di importanti banche o di grandi multinazionali ad assumere ruoli importanti nella politica. E' come se venissero spostati da un incarico all'altro dagli stessi loro datori di lavoro. I governi sono diventati organi a servizio del capitale, cioè del gruppo ristretto che possiede quasi tutta la ricchezza del mondo.
Ogni Corporation ha come azionisti di maggioranza quelle stesse persone che posseggono le banche, cioè i Rothschild, i Rockefeller, i Warburg, gli Harriman, gli Schiff, i Vanderbilt, i Barclays, i Walton, i Morgan, i Mellon ecc. Questo significa che i responsabili, che si nascondono dietro le Corporation, sono sempre le stesse persone che si sono arricchite (e continuano ad arricchirsi) con la guerra e con la morte di milioni di persone. Le Corporation sono controllate attraverso gruppi finanziari come la Chase Manhattan Bank, la FMR Corp , la Mellon Financial Corp, la Wellington Managment , Citigroup, la Rothschild Bank , la Barclays Bank , la National Westminster Bank, la Putnam Investments e altri. La Morgan-Chase ha nel suo consiglio di amministrazione i rappresentanti di alcune delle più importanti Corporation presenti nel mondo, come le compagnie petrolifere Exxon-Mobil e BP-Amoco, le holding Honeywell (filiale della General Electric), la Bechtel , la Dupont , i laboratori farmaceutici Merck e Wyeth.
Le holding e le banche si occupano in vari modi delle guerre in corso nelle varie parti del mondo. Ad esempio, il gruppo finanziario Carlyle possiede la società BDM, che ha come presidente Frank Carlucci. La BDM ha fornito servizi logistici alle truppe militari Usa impegnate in operazioni internazionali. La BDM controlla anche il capitale azionario della società di costruzioni militari Vinnell Corp., impegnata nell'addestramento della Guardia Nazionale Saudita e nella protezione dei pozzi petroliferi del paese mediorientale. La Carlyle possiede anche la Federal Data , che rifornisce di sistemi radar l'amministrazione USA, e la United Defense Industries Inc., il maggiore fornitore di sistemi di lancio missilistici delle forze armate statunitensi, turche e saudite. Nel giugno 2003, la Carlyle ha acquistato il 70% di Fiat Avio, la società appartenuta alla famiglia Agnelli che opera nella costruzione di caccia aerei, velivoli da trasporto e componenti missilistiche. Il restante 30% è stato acquistato da Finmeccanica, che è in parte di proprietà del Ministero del Tesoro italiano. Personaggi che hanno fatto parte del governo Usa traggono altissimi profitti dalla Carlyle. Tra questi ci sono James A. Baker III, ex segretario di Stato; Richard G. Barman, ex direttore dell'Office of Management and Budget; e John Sununu, ex segretario generale della Casa Bianca. Nella direzione del Carlyle Group siedono inoltre l'ex premier britannico John Major e l'ex direttore della Banca Mondiale, Afsaneh Masheyekhi. Il principe saudita Al-Waleed Bin Talal, nipote di re Fahd, dispone di una partecipazione indeterminata nei fondi, e George W. Bush, attuale presidente degli Stati Uniti, è stato dal 1990 al 1994 membro del consiglio d'amministrazione di Caterair, filiale del Carlyle Group. Altri conglomerati finanziari, come Morgan-Chase (della famiglia Rockefeller) e Citigroup sono state oggetto di diverse inchieste, che hanno provato il loro coinvolgimento nel riciclaggio di denaro proveniente da traffici illeciti, nel sostegno alle operazioni di guerra e di repressione dei regimi militari più corrotti (ad esempio in Cile, Bolivia, Argentina durante le dittature degli anni '70 e '80, nel Nicaragua di Somoza, nelle Filippine di Marcos, ecc.), nelle transazioni di armi pesanti e componenti nucleari e nelle fughe di capitali dai paesi del Sud del mondo verso i maggiori paradisi fiscali.
Molte Corporation hanno finanziato l'attuale governo americano, incoraggiandolo ad aggredire l'Iraq. Ad esempio, la Exxon Mobil , la Halliburton , la Chevron Texaco e la General Motors, che stanno guadagnando altissimi profitti grazie alla vendita di armi e agli appalti per la gestione dei pozzi e per la ricostruzione dell'Iraq. Alcuni membri del governo americano stanno avendo parecchi guadagni grazie alla guerra in Iraq. Ad esempio, il vicepresidente Dick Cheney, che possiede parecchi pacchetti azionari proprio delle Corporation che stanno traendo grossi profitti, come la Halliburton (di cui è stato dirigente), la Chevron-Texaco e la Exxon-Mobil.

domenica 25 marzo 2007

I programmi di morte delle autorità americane

di Antonella Randazzo

Le autorità degli Stati Uniti ritengono necessario istituire programmi di “addestramento” militare e spionistico per gli eserciti delle nazioni del mondo. Nel 1991, il Congresso americano approvò una legge che nella sezione 2011, titolo 10, autorizzava il programma Joint Combined Exchange Training (Jcet). La legge prevedeva che il Dipartimento di Difesa americano inviasse forze “speciali” ovunque nel mondo, per addestrare soldati. Non si specificava il contenuto di questi addestramenti. I soldati americani dovevano raccogliere molte informazioni e fotografie del paese in cui venivano mandati, e capire chi erano i nemici su quel territorio.
Nel 1998, erano state attuate missioni Jcet in 110 paesi, in cui si verificarono crimini orribili, massacri, torture e violenze di ogni genere contro le popolazioni. Le “missioni” Jcet riguardarono l’addestramento dei commandos turchi che trucidarono 22.000 curdi, e altre operazioni in America Latina, in Rwanda, in Pakistan, nello Sri Lanka, in Indonesia e in molti altri paesi.
Il Presidente del sottocomitato per le operazioni internazionali e i diritti umani della Camera dei deputati, Christopher Smith, dichiarò: “Le nostre esercitazioni congiunte e l’addestramento di unità militari accusate più volte dei più atroci crimini contro l’umanità, tra cui tortura e omicidio, esigono delle spiegazioni”.Il Segretario della Difesa William Cohen rispose alle richieste avanzate da Smith in modo retorico, dicendo che “nelle aree in cui le nostre forze armate portano avanti il programma Jcet… promuovono i valori democratici e la stabilità regionale”.
Gli addestramenti del Jcet vennero richiesti dai dittatori più spietati e sanguinari, come l’indonesiano Suharto. In Indonesia il Jcet fu accompagnato dal programma del Pentagono di assistenza al reggimento Kopassus, che sequestrava, torturava e uccideva i dissidenti politici. Migliaia di persone scomparvero misteriosamente, probabilmente giustiziate dal Kopassus.Le attività del Jcet in Indonesia furono sospese soltanto nel maggio del 1998, quando la stampa rivelò la vera natura di quelle “missioni”. Il giornalista Allan Nairn scrisse un articolo sul giornale Nation, in cui spiegava la natura criminale dei programmi che il Pentagono sosteneva in Indonesia.
I programmi come Jcet vengono posti al di sopra della stessa autorità governativa americana, come spiega lo studioso Chalmers Johnson: “Se anche un giorno il presidente americano e il Congresso dovessero decidere di assolvere ai propri doveri costituzionali e ristabilire la propria autorità sul Dipartimento della Difesa, non riuscirebbero comunque a porre sotto controllo i programmi Jcet e altre iniziative simili”.
Il pericolo che la stampa potesse svelare aspetti delle “missioni” Jcet o di altre organizzazioni simili, com’era accaduto nel caso indonesiano, ha fatto in modo che le autorità statunitensi elaborassero una strategia per svolgere queste operazioni senza alcuna responsabilità diretta. Attraverso la privatizzazione delle attività militari di addestramento è stato reso possibile occultare efficacemente le attività criminali che il Pentagono attua in molti paesi del mondo. Nel caso di impiego di soldati mercenari forniti dalle società, il Pentagono non ha nessun obbligo di informare, in quanto si tratta di attività di società private, non soggette alla legge sulla libertà di informazione poiché di “proprietà riservata”. Può avvenire così l’occultamento e la deresponsabilizzazione dei crimini commessi. Come osserva il giornalista Ken Silverstein:
Senza che l’opinione pubblica ne sia al corrente o abbia sviluppato un dibattito al riguardo, il governo sta inviando società private – la maggior parte delle quali strettamente legate al Pentagono e costituite da personale militare in pensione – a fornire addestramento militare e di polizia agli alleati stranieri degli Stati Uniti.
Le aziende americane forniscono addestramento militare a moltissimi paesi del mondo, fra questi, Haiti, Angola, Bosnia, Colombia, Croazia, Ecuador, Egitto, Guinea Equatoriale, Ghana, Haiti, Ungheria, Arabia Saudita, Kosovo, Perù, Uganda, Liberia, Malawi, Mali, Nigeria, Rwanda, Senegal e Taiwan. Nei paesi del Terzo Mondo, queste società vengono sempre più spesso pagate con parte delle risorse sottratte ai paesi sottomessi. Data l’alta probabilità di rimanere impuniti, vengono assoldati anche assassini e squilibrati di ogni genere, abili nel commettere i crimini più orrendi (mutilazioni, torture, violenze), per sottomettere i popoli con il terrore. Nel rapporto del World Policy Institute di New York si legge:
Negli anni '90 gli Usa hanno continuato a fornire ai paesi africani armi e addestramento militare, per un valore di oltre 227 milioni di dollari. Inoltre, le forze speciali americane hanno addestrato i militari di 34 dei 53 paesi africani, compresi i soldati impegnati su entrambi i fronti della guerra civile in Congo... Gli Stati Uniti sono i maggiori mercanti di armi. I problemi che l'Africa deve affrontare 'conflitti, instabilità politica, tasso di crescita economica più basso del mondo' sono stati alimentati in parte dal coinvolgimento degli Usa nel continente.... la fornitura e vendita di armi, e i conflitti che esse alimentano, hanno un impatto devastante sull'Africa subsahariana. (Mobutu è stato) aiutato a costituire il suo arsenale militare con una flotta di aerei C-130, un continuo rifornimento di fucili, armi leggere e pesanti, l'addestramento di 1350 soldati... fino alla sua caduta....gli Usa hanno contribuito a costituire gli arsenali militari di otto dei nove governi coinvolti... Nel marzo '99 un trafficante di armi belga è stato arrestato in Sudafrica mentre cercava di vendere 8 mila fucili M-16 di fabbricazione statunitense, provenienti dagli arsenali costituiti al tempo della guerra del Vietnam. In realtà, molti trafficanti illegali d'armi attualmente operanti in Africa centrale hanno cominciato come operatori segreti degli Usa.
Una delle società più importanti, che ha stipulato contratti con la Cia per intervenire in numerosi paesi, è la Dyncorp. Un “esperto” di questa società guadagna all’anno almeno 120 mila dollari. Sempre più spesso, le stesse autorità governative e della Cia sono i maggiori azionisti delle imprese che forniscono mercenari. Ad esempio, James Woolsey, ex capo della Cia, possedeva parecchi titoli della Dyncorp. Le società che forniscono personale mercenario sono sulla stessa lunghezza d’onda della propaganda americana. Ad esempio, sul sito della Dyncorp si leggeva lo slogan "La nostra missione è di costruire la democrazia in tutto il mondo", che è lo stesso slogan dei governi americani. La Dyncorp ha arruolato "combattenti" da almeno 36 paesi diversi, e ha fornito truppe per il Kosovo, l'Albania, l'Afghanistan, la Bosnia e l'Iraq. E’ stata denunciata per brutalità in Afghanistan, e in Bosnia per traffico di minori e violazioni dei diritti umani. Un metodo per conservare l’impunità anche quando emergono i crimini, è di sciogliere la società e rifondarla con un altro nome, per dare ad intendere che la società non esiste più. Anche la Dyncorp è stata trasformata nel 2005 in Veritas Capital, che è oggi una delle principali agenzie di “difesa e sicurezza”.
Oggi le operazioni del tipo Jcet, sia pubbliche che private, sono coordinate dal Dipartimento della difesa e accompagnate dall’attività di vendita delle armi. Gli Stati Uniti sono il primo produttore e venditore mondiale di armi. Per i prodotti bellici i governi americani spendono almeno il 25% del Pil, e il governo ha assunto ben 6500 persone incaricate di stabilire relazioni “diplomatiche” finalizzate alla vendita di armi. Quasi sempre gli Stati Uniti armano entrambi i contendenti, come nel caso Grecia/Turchia, Iran/Iraq, Israele/Arabia Saudita, Taiwan/Cina. Gli Usa possono così influire sulla durata e sull’epilogo della guerra. Hanno cioè il potere di “alterare significativamente gli equilibri militari”.
Gli Stati Uniti vendono armi a paesi privi di nemici, come la Tailandia e la Birmania , in cui i regimi utilizzano la forza per distruggere ogni ribellione. Le autorità americane hanno reso potentissimo l’esercito birmano, per proteggere la produzione di oppio. La Birmania è il secondo produttore di oppio al mondo (il primo è l’Afghanistan). Tale mercato, è controllato dai servizi segreti occidentali (come la Cia ), che per mantenere la produzione costringono la popolazione a vivere in miseria e nel degrado. Le sollevazioni popolari vengono represse anche da forze militari mercenarie, pronte a commettere torture, violenze e ogni sorta di crimine.
Oggi gli Usa e la Gran Bretagna sono gli investitori più importanti in Birmania e i maggiori fornitori di armi al regime birmano. La popolazione è costretta a vivere nel terrore, e le stragi del regime vengono spacciate per "guerra al terrorismo di al Qaeda". Negli ultimi tre anni sono state uccise decine di migliaia di persone. Solo fra la popolazione Karen della Birmania, i morti sono almeno 30.000.
Attualmente vengono creati numerosi programmi per tenere sottomessi i paesi africani e asiatici. I rapporti delle autorità militari e politiche americane sono infarciti di menzogne per negare i crimini commessi attraverso questi programmi di morte. Ad esempio, il generale americano James L. Jones ha dichiarato alla Commissione per i servizi armati del Senato, il 7 marzo del 2006, che le varie organizzazioni armate create per terrorizzare e sottomettere il popolo africano, come l’African Contingency Operations, Training and Assistance (Acota) e il Theater Security Cooperation (Tsc) sono “programmi di cooperazione per la sicurezza”. Jones fa più volte appello all’esigenza di “una sicurezza comune”, e per “sicurezza” intende in realtà il mantenimento del potere sui popoli. Egli parla di “disordine” e “minacce”, senza specificare di preciso chi sarebbe l’artefice di tutto questo, includendo nei presunti pericoli l’immigrazione come il terrorismo, le carestie come i tracolli economici:
(Il) nuovo “disordine” mondiale, porta con sé sfide del tutto uniche, che richiedono approcci nuovi e differenti nella cooperazione con i nostri alleati, la distribuzione delle risorse e lo sviluppo di strategie volte a proteggere i nostri interessi nazionali… Le complessità del mondo e la diversità delle sue minacce richiedono il nostro continuo impegno per la completa implementazione della nostra trasformazione… Attraverso la continua trasformazione possiamo aiutare i nostri amici ed alleati a mantenere sicuri i propri confini, a sconfiggere il terrorismo e a migliorare le prospettive economiche di molte regioni del teatro afro-europeo… In questo secolo, il cammino verso un mondo più pacifico e prosperoso si basa sul riconoscimento di una nuova gamma di pericoli che minacciano in modo chiaro i nostri interessi comuni… In nessun ordine particolare, queste minacce includono epidemie, terrorismo, carestie, tracolli economici, immigrazione illegale incontrollata, proliferazione di armi di distruzione di massa, narcotraffico, fondamentalismo radicale e, naturalmente, conflitti armati. Questi pericoli hanno natura transnazionale e non possono essere facilmente contenuti all’interno dei confini geopolitici.
La parola “terrorismo” è menzionata di frequente dal generale, che però non spiega cosa intende con tale parola, e non menziona i crimini delle truppe americane e le conseguenze devastanti delle occupazioni militari americane. Descrive l’operato delle truppe americane come fosse una missione di tipo filantropico e attribuisce la causa dei problemi a fattori ambientali o demografici:
In Africa, l’instabilità politica è aggravata dai problemi sociali, economici e di sicurezza legati al tasso di crescita della popolazione, all’inefficace gestione del territorio, alla desertificazione, ai dissesti agricoli ed ambientali, agli spostamenti in massa dei profughi e alle pandemie. Nel corso degli ultimi cinque anni, gli Stati Uniti hanno risposto a crisi umanitarie ed instabilità politiche in Somalia, Mozambico, Liberia, Chad, Sierra Leone, Repubblica Democratica del Congo, Costa d’Avorio e, recentemente, nel Darfur. Negli ultimi cinque anni, abbiamo perseguito una posizione di maggiore impegno nel raggiungimento di una stabilità durevole, attraverso misure proattive e preventive. Le conseguenze della mancanza di azione potrebbero includere il continuo e ripetuto intervento americano nei conflitti e nelle crisi umanitarie, l’interruzione di commerci vitali per lo sviluppo delle economie nascenti africane e l’aumento della presenza del fondamentalismo radicale, specialmente nei vasti spazi africani ingovernati.
Considerato tutto questo impegno umanitario, non si capisce come mai le popolazioni africane vivono in miseria, muoiono di fame e protestano con forza contro il dominio americano. In realtà, la presenza massiccia di truppe americane e di formazioni mercenarie finanziate dal Pentagono, ha causato la morte di milioni di persone, e provocato immani devastazioni sociali, politiche ed economiche, rendendo l’Africa un vero e proprio inferno per i popoli africani. La retorica buonista americana è un ulteriore affronto per tutti coloro che a causa dei programmi terroristici americani hanno perso i familiari e sono stati privati dei diritti umani.

Basi militari americane: una storia di crimini e soprusi

di Antonella Randazzo

Gli Stati Uniti hanno oltre 800 basi militari sparse nel mondo. Tale livello di militarizzazione globale viene giustificato con l'esigenza di "sicurezza e protezione". Ma da chi? Chi sono i nemici? E se gli Usa non sono capaci di proteggere nemmeno se stessi da attentati aerei, a cosa possono servire questi enormi arsenali? Di sicuro gli effetti della militarizzazione sono devastanti ovunque. Con le basi militari, gli Usa introducono una cultura di guerra, di dominio e di violenza. Ovunque avvengono crimini contro la salute, l'ambiente, reati sessuali e di altro genere. Nell'esercito americano avvengono almeno 14.000 casi di violenza sessuale ogni anno. Raramente i responsabili subiscono un processo perché vige ovunque il principio dell'extraterritorialità.
Nella base della Maddalena, in Sardegna, i danni ambientali sono enormi. Nel settembre del 2005 è stato rivelato che i sottomarini di attacco americani avevano gettato acqua radioattiva dai reattori, inquinando il Parco marino internazionale delle Bocche di Bonifacio. Invano l'allora deputato Mauro Bulgarelli chiese al Ministro italiano della Difesa: "Quali i provvedimenti presi durante questa delicatissima operazione?"
Già nel dicembre del 2003, Bulgarelli aveva sollevato domande sull'operato dei militari della base, ma incredulo si era trovato di fronte ad un atteggiamento arrogante: Sapete cosa ci ha risposto il comando del corpo militare italiano quando ci siamo allarmati per il modo in cui vengono stoccate le armi atomiche dalla Marina americana alla Maddalena? E quando ci siamo preoccupati per le procedure relative allo scarico dei residui radioattivi? Ci hanno risposto: "No comment". E' un insulto alla nostra sovranità nazionale!
Nell'ottobre del 2003 si era verificano un incidente al sottomarino nucleare Hartford, che aveva prodotto gravi danni. Le conseguenze dell'incidente sono state tenute segrete, ma gli abitanti avevano sentito un enorme boato. Anche nel 2000 si era verificato un incidente nella base di Camp Darby, in seguito al quale furono evacuate diverse armi, forse nucleari. La popolazione è tenuta all'oscuro di ciò che avviene nelle basi, e non c'è alcuna protezione per la salute dei cittadini.
In caso di incidenti, lungi dall'avanzare proposte di giusto risarcimento, gli americani non ammettono nemmeno i danni prodotti. La Sardegna veniva chiamata dal Pentagono, già nel 1954, “A pivotal geographic location”. Da molti anni il popolo sardo è privato di parte del territorio e subisce restrizioni e conseguenze di vario genere a causa delle basi militari americane. Nella base militare Capo S. Lorenzo-Quirra avvengono esercitazioni e sperimentazioni di tipo bellico. Il poligono si estende per più di 11.000 ettari , e le zone interdette o pericolose per la navigazione sconfinano in acque internazionali e coprono oltre 2.800.000 ettari , una superficie più estesa di quella dell'intera Sardegna. Periodicamente viene organizzato lo "shopping della morte", con aziende come la Thomson , la Fiat , la Aerospatiale e la Alenia , che presentano nuovi armamenti e materiali di guerra da testare e di cui promuovere l'acquisto in tutto il mondo.
Nelle zone limitrofe ai poligoni si sono registrate morti strane e sospette. Ad esempio, a Quirra, un paesino di soli 150 abitanti, 20 persone sono morte di leucemia o tumori emolinfatici. Anche 10 persone che avevano lavorato nella base sono morte di cancro. A Escalaplano, un paesino di 2.600 abitanti, a nord del poligono, 14 bambini sono nati con gravissime malformazioni genetiche e patologie rarissime.
I militari americani non riferiscono i particolari delle loro esercitazioni, e si sospetta l'uso di proiettili all'uranio impoverito. Negli ultimi anni sono aumentati i casi di tumori ossei e alla mammella, proprio dove si trovano i sommergibili americani a propulsione nucleare, a La Maddalena. I casi di "anencefalia" e di "cranioschisi" sono già stati riscontrati in altre zone ad alto inquinamento radioattivo, come spiega una mamma al giornalista Piero Mannironi:
A cavallo tra il 1987 e il 1988... Ricordo che raccontai al genetista delle altre due donne della Maddalena che avevano avuto questo problema insieme a me. E lui mi disse che un'incidenza così alta di anencefalie, secondo uno studio scientifico internazionale, era stata riscontrata in una zona del Galles dove si effettuavano lavorazioni industriali che provocavano l'emissione continua di radiazioni.
Nonostante i crimini e gli occultamenti da parte delle autorità militari americane, al ministro Arturo Parisi è bastata una vaga promessa di ritiro dalla Maddalena, avanzata dal segretario alla Difesa Donald Rumsfeld, per annunciare la "conferma (del)l'affidabilità dei rapporti che ci legano agli Usa con la conclusione in amicizia della presenza alla Maddalena".Ma le cose non sono da considerare così ottimisticamente come azzarda il ministro. Innanzitutto le autorità americane, non riconoscendo alcuna responsabilità di danni all'ambiente e alle persone, non parlano di bonifica né di risarcimento, e le intenzioni di ritiro sono vaghe e non escludono il permanere del controllo militare americano sulla zona. Le dichiarazioni di Rumsfeld sono seguite alle proteste molto decise da parte della popolazione sarda, che è ormai stufa dell'occupazione militare che è costretta a subire.
La Maddalena è stata istituita in seguito a trattati conclusi nel 1972, e al suo interno viene riconosciuta l'extraterritorialità e l'extragiurisdizionalità, cioè tutto quello che accade non può essere controllato o penalmente perseguito dallo Stato italiano. Il trattato è rimasto segreto, né i cittadini né i parlamentari possono conoscerne tutti i contenuti, in offesa al potere sovrano democratico del popolo. Dagli anni Settanta numerosi medici e scienziati denunciano strani fenomeni genetici e una percentuale elevata di tumori, che sarebbero causati da sostanze radioattive prodotte dai reattori. Il governo italiano non ha mai fronteggiato la situazione, e non ha mai autorizzato controlli sanitari o ambientali. Il nostro governo ha persino negato la presenza di armamenti atomici nella base della Maddalena, che il Congresso americano e l'Assemblea Atlantica hanno confermano.
Dagli anni Cinquanta il governo italiano ha dato mano libera all'installazione di basi militari americane. Il potere attribuito agli Usa è enorme, se si pensa che non sono tenuti a precisare né l'ubicazione della base né le attività che si svolgono all'interno. Ciò è anticostituzionale perché viola gli articoli 80 e 87, che prevedono la sovranità su tutto il territorio dello Stato. Il nostro territorio è disseminato di basi americane: Ghedi, Sigonella, Aviano, Camp Darby, Pisignano ecc.; le basi sono complessivamente 113. In Sardegna c'è il triste primato della morte, col 66% delle installazioni militari.
La base militare di Sigonella, in Sicilia, è fornita di bombe atomiche, e produce un alto grado di inquinamento, spreco di energie e di acqua. La base, creata nel 1984, ospita l'Helicopter Combat Squadron Four HC-4 Black Stallion, dotato di nove elicotteri pesanti MH-53E Sea Dragon per trasportare uomini, mezzi e munizioni. Lo squadrone partecipa alle operazioni militari americane in Europa, Africa e Medio Oriente. E' anche impegnato in operazioni belliche in Afghanistan e in Iraq. Le testate nucleari sono del tipo B 43, B 61, B 83, con potenza distruttiva variabile da 1 kiloton a 1,45 megaton. Sul territorio italiano sono presenti parecchi missili a testata nucleare. Soltanto nella nave-balia Uss Emory S.Land, ormeggiata nelle acque di Santo Stefano ci sarebbero ben 34 missili a testata nucleare.
Nel 2003 sono partiti i missili contro la popolazione irachena in spregio all'articolo 11 della nostra Costituzione che "ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali"Nel luglio del 2006 il governo israeliano chiese agli americani armi "speciali", che sarebbero partite dalla base italiana di Camp Darby (base posta fra il porto di Livorno e l'aeroporto di Pisa). Questa base nacque da accordi fra Italia e Stati Uniti conclusi nel 1951.
Da Camp Darby sono partiti i missili contro l'Iraq e contro la Jugoslavia. Gli Stati Uniti hanno regalato ad Israele numerose armi di vario genere, come le bombe a guida laser (Gbu-28 ) che sono state sganciate nei raid notturni a Beirut durante l'aggressione al Libano del periodo luglio-agosto 2006. Le bombe partivano da Camp Darby, senza che gli italiani ne avessero notizia. L'organizzazione statunitense Global Security ha dichiarato che "il 31° squadrone munizioni che opera a Camp Darby è responsabile del maggiore e più disseminato arsenale di munizioni convenzionali delle Forze aeree Usa in Europa, consistente in 21.000 tonnellate collocate in Italia, e di due depositi classificati situati in Israele".
La base militare di Camp Darby ha assunto un ruolo importante nelle guerre del Mediterraneo, e rappresenta uno dei più grandi arsenali che gli Usa hanno all'estero. Nel 1991 quasi tutte le munizioni utilizzate durante la "Tempesta del deserto" provenivano da Camp Darby, come anche gran parte di bombe e granate utilizzate per la guerra in Kosovo e in Iraq. Dal 1990 al 1998 a Camp Darby sarebbero transitate almeno 22 mila tonnellate di munizioni e 3278 cluster bomb. L'uso bellico delle basi sul territorio italiano, di cui gran parte della popolazione è all'oscuro, è una delle tante prove che l'Italia è un "paese a sovranità limitata", le cui autorità sono corresponsabili dei crimini che gli Usa stanno commettendo in molti paesi del mondo.
Ovunque nel mondo, in Iraq come in Afghanistan, in Romania, Bulgaria, Polonia, Italia, Pakistan, Singapore, Malesia, Filippine, India, Australia e persino in Vietnam, gli Stati Uniti stanno progettando nuove basi militari per accrescere il loro potere strategico e il dominio nel mondo. A Vicenza la popolazione è costretta a subire la creazione di un'altra base americana. Il nostro governo si è sentito obbligato a rispettare un trattato stipulato 60 anni fa e che oggi non ha più ragione d'essere. Il presidente del consiglio Romano Prodi ha sostenuto che l'Italia "deve rispettare gli accordi presi", ma non ha precisato che si tratta di accordi stipulati nel dopoguerra, e che appaiono oggi semplicemente assurdi.
Anche in molti altri paesi del mondo le popolazioni sono costrette a subire l'occupazione militare americana. L'isola di Okinawa, nell'arcipelago giapponese, è di fatto una colonia militare americana da oltre 58 anni, occupata da ben 38 basi militari americane. Le basi americane assolvono a diversi scopi: sono basi strategiche da cui far partire le operazioni belliche, ma sono anche punti militarizzati per controllare la popolazione. Per assolvere quest'ultima funzione sono maggiormente militarizzati i paesi sconfitti durante l'ultima guerra mondiale (Germania, Italia, Giappone), e quelli in cui attualmente gli Usa stanno cercando di sottomettere la popolazione (Afghanistan, Iraq, alcuni paesi dell'Africa e dell'Asia). Dal dopoguerra, l'Italia (come la Germania e il Giappone) è considerato un paese da "proteggere", che nel linguaggio delle autorità americane significa da tenere sotto stretto controllo. Nel periodo della "Guerra Fredda" gli Usa giustificarono la militarizzazione dell'Italia con il pericolo di "minaccia sovietica". In un rapporto segreto americano del maggio 1962 si legge:
La presenza delle forze americane in Italia garantisce un importante sostegno psicologico ai governi filo-occidentali di fronte alla minaccia dell'aggressione sovietica e costituisce l'evidente testimonianza dell'alleanza americana. Ciò d'altro canto contribuisce alla stabilità politica. Il ritiro delle forze sarebbe seguito da uno sviluppo di sentimenti neutralisti.
Per "stabilità politica", le autorità americane intendevano "subordinazione agli Usa". Si trattava di occupare militarmente zone la cui popolazione doveva essere costretta a subire la presenza di militari americani, come un continuo avvertimento su chi avesse il vero dominio del territorio. Di fatto, dopo la Seconda guerra mondiale, l'Italia cedeva la sua sovranità alle truppe americane, che potevano commettere impunemente ogni sorta di illegalità. Così accadde anche per la Germania e il Giappone. Nella base di Okinawa, da quando è stata istituita (1945), avvengono ogni sorta di violenze e crimini. Per giustificare la massiccia militarizzazione del Giappone, le autorità americane parlavano di "garanzia di sicurezza e pace", ma le popolazioni vivevano il fenomeno come un'occupazione militare, che perdura ancora oggi. L'articolo 5 del trattato di sicurezza nippo-americano sosteneva che lo scopo delle basi militari era di "difendere il Giappone", ma non si specificava né da chi né come, ed era implicito che dovessero farlo necessariamente le truppe americane.
Negli anni Sessanta soltanto ad Okinawa c'erano 117 basi militari, diventate 42 negli anni Novanta. Fra il 1972 e il 1995 i soldati americani commisero 4716 crimini, in parte si trattava di violenze sessuali. I casi di violenza sessuale erano molto maggiori di quelli denunciati, in quanto molte donne si vergognavano a sporgere denuncia. Il Pentagono permetteva che i soldati colpevoli di violenze sessuali non subissero alcuna condanna. La rivista Nation denunciò che "coprire crimini sessuali è una precisa linea politica del Pentagono". Nel settembre del 1995 suscitò molta rabbia e indignazione lo stupro di una bambina di dodici anni da parte di tre soldati americani. La polizia di Okinawa identificò i tre colpevoli, ma non poté arrestarli perché doveva rispettare il principio di "extraterritorialità", secondo il quale i soldati americani possono essere processati soltanto da tribunali americani. Ciò permette alle autorità americane di rendere impunibili i loro soldati. Nonostante le proteste della popolazione, i soldati americani non pagarono per lo stupro della bambina, e dopo il 1995 i casi di violenza sessuale aumentarono. Un insegnante di scuola media superiore, Ben Takara, chiese alle sue alunne se fossero mai state molestate dai soldati americani e un terzo delle ragazze rispose di sì.
Nella base di Okinawa avvengono esercitazioni con granate d'obice, che provocano gravi danni ambientali e incendi nelle foreste. Inoltre, viene prodotto inquinamento acustico, che ha provocato danni all'udito in molti abitanti dell'isola. Sull'isola di Torishima, a 100 chilometri da Okinawa, fra il dicembre 1995 e gennaio 1996 sono state esplose 1520 granate all'uranio impoverito. I cittadini giapponesi non sono mai stati informati del tipo di munizioni utilizzate nei poligoni.
Oggi nelle basi americane continuano le esercitazioni che producono danni alla salute e all'ambiente, e le violenze e prepotenze contro la popolazione. La retorica di Washington vorrebbe far credere che le basi hanno motivazioni etiche: La nostra presenza preventiva garantisce la stabilità... La presenza delle forze armate americane... favorisce anche lo sviluppo democratico... offrendo un esempio chiaro e tangibile del ruolo apolitico dei militari americani.
Per capire la verità occorre considerare i fatti, cioè che ogni base americana rappresenta un pericolo per la vita e il benessere delle popolazioni, e che i militari americani sono posti al di sopra delle leggi del paese che li ospita. Occorre temere il proliferare di questi centri della morte e del segreto che aleggia in essi. Si tratta di luoghi di potere e di guerra. Come osserva lo studioso Chalmers Johnson: "(C'è) una grande strategia volta a preservare o addirittura accrescere il potere americano... Ciò diventa chiaro allorché volgiamo la nostra attenzione ad alcune delle attività segrete in tutto il globo... di cui il Pentagono è a perfetta conoscenza ma di cui altri organi del governo e la popolazione tutta sono completamente all'oscuro.

sabato 24 marzo 2007

SHPËRNDARJA GJEOGRAFIKE E BEKTASHIVE

F. W. HASLUCK

– EPIRI

Në këtë rejon Bektashizma nuk duket të ketë ngul rrajë të qëndrushme në jugë të paralelit 40. Me gjithë mbrojtjen qi ka pasun tarikati nga an'e Ali Pashës,1 Bektashitë pranojnë se nuk kanë pasun kurr teqe të tyne në Janinë e cila ka qenë kryeqyteti i tij. E vetmja gjyrmë e tyne në Janinë asht vorri i Hasan Sheret Babajt, nji shenjtor i kohës Ali Pashës dhe vorri i Aliut vetë, guri i vorrit të cilit ma parë kishte taxhën e ditun Bektashiane.2 Mbi rrugën ndërmjet Janinës dhe Meçovës nji teqe e cila ka qenë aty ma përpara tash asht lanë mbas dore. Na mundena me e shikue atë si nji nga ngrehinat e Ali Pashës të sajueme për me kontrollue rrugën e randësishme qi të çon në Thesali.3
Në veri të paralelit 40, mb'anë tjetër qëndron, ose deri në trubullinat mbas Luftës Ballkanike, ka qenë fortesa e Bektashizmës e të nantëmbëdhettit shekull, e cila tash asht ndame në dy pjesë nga kufini artificial (jo i vërtet) ndërmjet provincës Greke t'Epirit verior dhe proncipatës Shqiptare. Nji Bektashi nga kjo krahinë (Toskenija) më ka thanë mue se këtu bashfetarët e tij përbajnë nant të dhjetat e popullsisë Muslimane, kundrejt nji të dhettësh ndaj Gegve në veri.
Përsa i përket historisë së Bektashizmës në Epir, kërkimet e mija kanë muejt me stabilue faktet skjaruese:
E para që Bektashizma aty asht përhapun në kohët e vona dhe e dyta, rruga e forcimit qi kanë pasë marë i detyrohet kryesisht ndikimit t'Ali Pashës (1759-1822) i cili ka qenë vetë nji pjestar i Tarikatit.4 Toskët e njohin teqen e Kosturit5 si ma të vjetër në vendin e tyne, po Kosturi gjeografikisht i përket Maqedonisë. Data e themelimit të teqes nuk dihet me saktësi, dhe, si në çdo vend në Rumeli, shenjtori i vorrosun aty i përket periudhës së pushtimit të vendit nga an'e Turqve dhe personaliteti i tij asht kjartësisht mbi njerëzuer. Mb'anë tjetër, n'anën Shqiptare të maleve, datat e vdekjes shenjtorve janë të vonshme dhe të njohuna. Ata nuk janë tjetër veçse themelues të teqeve ku pushojnë eshtnat e tyne. Nga pikpamja e vjetërsisë për teqen e Gjinokastrës pretendohet se asht ma e parë se koha e Ali Pashës, por këtë gja nuk gjendet ndonji provë. Për grupin e teqeve të Korçës, për atë të Konicës, për teqen e randësishme e Frashërit e disa tjera asht pranue se janë ngrehina të kohës Ali Pashës, ndërsa për shumë tjera pohohet se janë shumë të reja.
Me fare pak pre përjashtime, shenjtorët e vorrosun në Teqet Shqiptare duket se nuk janë të nji randësije të madhe fetare, mbassi Babaj i tashëm nderohet ma shumë se të përparshmit. Nji i huej konstaton se temparamenti (natyral) i Shqiptarit ka shvillue nji formë të Bektashizmës në të cilën organizimi shoqnuer çëmohet ma shumë se ana fetare dhe e bestytnisë (religious-seperstitious). Gjith'ashtu nga të jashtmit asht kuptue se, teqet Bektashiane ndëpër krahina nuk kanë ndonji gja dalluese njana me tjetrën dhe nuk kanë ndonji plan të caktuem. Ato përgjithësisht janë godina të thjeshta dhe të forta, ashtu si shtëpijat e mira të vendit, dhe të vendosuna jashtë katundeve dhe shumë rrallë afër qyteteve të randësishëm. Vorret e shenjtorve janë tyrbe fare të thjeshta, larg nga teqet, thuhet për arsye hygjenike.
Nji gja karakteristike për kohën në të cilën Bektashizma asht përhapun në Shqipni, era e revolucionit Freng-asht randësija qi u asht dhanë këtu disa ideve liberale, të paktën në theori, si vllaznimi i njerzve dhe mos pasja randësi e dogmës dhe e formaliteteve në krahasim me sjelljen.6 Të dyja këto ide dhe doktrinat e qeta, të cilat në nji farë mase mvaren nga ato ide, nuk janë të kjarta në mendimin e dervishve, por ata janë rranjësisht kontre të rreptit ideal t'Islamizmës për përhapjen me anë të shpatës, i cili ideal nxiti jeniçerët në ditët e tyne të ngadhnimit dhe qi shifet në kuptimin e shenjtorve të hershëm Bektashi si kampionë mbi njerzorë.7
Persekutimi i bame nga Sulltan Mahmudi në vitin 1826 preku lehtë bektashitë shqiptarë, jo vetëm për faktin se lëvizja Bektashiane nuk pat mbrimun kulmin në Shqipni, por pa dyshim edhe pse vendi ishte i egër dhe forcat turke nuk munt t'afroheshin me lehtësi në këto anë. Prandaj na, me të vërtetë, mundena me besue se, gjatë persekutimeve të kësaj koheje, Shqipnija ka qenë nji vend strukjeje për bektashitë e nxjerrun jasht ligjit kudo në Turqi, sidomos për ata me origjinë shqiptare.
Të vetmit kundrështarë të Bektashizmës në Shqipninë e Jugut kanë qenë tarikatet e vendosun Sadi (në Leskovik) dhe Halveti. Nji degë e këtij tarikati me emën Hajati8 ka ose ka pas Teqe në Tepelenë (e djegun), Leskovik (e djegun), Korçë (e shkatrrueme), Viglishtë, Çangërie, Prog dhe n'Ohër. Tarikati Halveti-Hajati thuhet se ka ardhë në Shqipni ma vonë se Bektashizma, por në qemerin e portës së teqes shkatrrueme në Leskovik shifet data 1211 Hixhri=1796-97. Kjo vërteton se nuk asht e vonshme ardhja e atij tarikati në Shqipni.
Sulltan Abdyl Mexhidi (1839-61), thuhet se, jo vetëm se nuk ka vazhdue me persekutimin e bektashive, por se ka dhanë urdhna të kjarta (positive) për mos cënimin e tyne.9 Sulltan Abdyl Hamidi duket të ketë pasun dyshim ndaj tyne dhe thuhet se ka dërgue në Shqipni nji nëpunës sekret për me bamë hetime tinzisht dhe me i raportue atij përhapjen e heresisë dhe sasinë e teqeve, porse nuk u ba kontre bektashive ndonji ndjekje dhe nuk u muerën masa aktive në kohën e tij. Dyshimet e tij ka mundësi të jenë bazue në pjesëmarjen e bektashive në lëvizjen kombëtare të vitit 1880-1, kur po diskutohej lëshimi i nji pjese të Shqipnisë së Jugut Greqisë, dhe shqiptarët çuen krye ndën udhëheqjen e Abdyl Bej Frashërit, në dukje për shpëtimin e provincave të kanosuna të Turqisë, por se në të vërtetë lëvizja synonte nji shtet shqiptar të pamvarun.
Bjerrjet e Tarikatit Bektashi në Epir gjatë trubullimeve të ngjamun mbas Luftës Ballkanike kanë qenë shumë të mdhaja; shumë teqe kanë qenë djegun nga themeli dhe shumica e atyne qi shpëtuen nga djegeja, janë plaçkit me të gjitha mënyrat nga epirotët e parregullshëm. Çfajsimi i bamë për me justifikue këto vepra ka qenë e para se Tarikati ka qenë ndërlikue në lëvizjen kombëtare shqiptare (pra ka qenë kontre Grekut) dhe e dyta se për shumë teqe asht dyshue jo vetëm se kanë strehue banda, por edhe t'arratisun të drejtësisë (kriminelë) (të dyja kategoritë në kryengritje) dhe se teqet kanë marë pjesë në plaçkitjet e bame nga an'e tyne. Kësaj akuze bektashitë ka mundësie t'i përgjigjen se ata ishin aleatë të natyrshëm të çashtjes shqiptare, për gjak dhe për gjuhë, dhe se mikpritja, pa marë parasysh personat, asht rregulla e tarikatit. Asht e kjartë se në nji vend si Shqipnija mirqenja e dukshme e teqeve dhe natyra e klerikve bektashianë, ka qenë e mjaftë për me tërhjekun lakminë e kapidanve të gueriljeve (kumitave grekë). Thuhet se shumë dervishë janë vramun prej tyne pse nuk kanë pranue me tregue pasuninë e tyne qi pandehej të kenë.
Lista qi vazhdon përmban teqet bektashiane n'Epir para Luftës Ballkanike. Katundet qi kanë ose qi kanë pasë teqe janë rrjeshtue mbas qytetit ku ata bajnë shitblerjet e tyne. Me qenë se hartat e krahinave deritash nuk kanë qenë të përsosuna, largësija ose drejtimi i atyne katundeve me qendrat e tyne asht tregue me sa ka qenë e mundun.
GJINOKASTRA. – Teqeja kryesore dhe tash e vetmja qi ka shpëtue asht teqeja e Haxhi Sulejman Babajt, ndërtue për bukuri në nji vend të naltë afër qytetit. Aty qendrojshin njizet dervishë para luftës. Tash janë dhetë, shumica e të cilve janë refugjatë (muhaxhirë) t'ardhun nga teqet e shkatrrueme në Shqipni e gjetiu. Historia e teqes nuk mund të thellohej përtej shtatëdhjetë vjetve; ma e hershmja nga të katër tyrbet ku janë vorret e babave të vdekun mban datën 1862-1863, por simbas gojdhanës Gjinokastra, në nji datë të hershme të pacaktueme, ka qenë vizitue nga an'e shenjtorve Hasan Baba10 dhe Mustafa Baba, nga të cilët ky i fundit asht varrosun aty. Në Gjinokastër kanë qenë edhe dy teqe tjera në emën të Ali Babajt dhe Zejnel Abidin Babajt. E para ka qenë brenda në qytet dhe e dyta ndërmjet të parës dhe Teqes Haxhi Sulejmanit. N'afërsinën e Gjinokastrës (katër orë në Jugëlindje) asht nji teqe e ndërtueme rishtas, në Nepravishtë.
Në Tepelenë, vendlindja e Ali Pashës nuk ka pasun kurrë nji teqe bektashiane me gjithë qi deri kur ngjau Lufta Ballkanike kanë qenë mjaft teqe bektashiane ndëpër katunde t'asaj krahine. Ato janë:
DUKA (nji gjysë ore nga Tepelena)
TURAN; Shenjtori asht Ali Babaj
VELQOJ (nji gjys ore)
NEMALIA (nji ore), për teqen këtu, thuhet se asht shtatëdhetë vjeç e vjetër.
KOSHDAN (nji orë e gjyse) shenjtori asht Ismail Babaj dhe për teqen thuhet se asht njiqind vjeç e vjetër.
Të gjitha këto teqe kjenë shkatrrue në trubullimet e fundit. Auktori Leake përmend nji teqe ose kuvend dervishësh në rrazë të malit Trebushin, përtej lumit nga an'e Tepelenës.11 Nga pozicioni i sajë kuptohet të ketë qenë nji ngrehinë bektashiane.
Në PËRMET, ku tri të katërtat e popullsisë Muslimane kanë qenë Bektashi, asht nji teqe për të cilën thuhet se asht pesëdhetë ose gjashtëdhetë vjeç e vjetër. Kjo teqe asht në rrazë të kodrës mbi qytetin12, dhe ka vorrin e Bektash Babajt. Trupa ushtarake janë vendosun tash (1915) në teqe ndërsa dervishët banojnë në qytet.
ALI POSTIVAN. – Në këtë anë ka qenë nji teqe me vorrin e Ali Babajt, e djegun në vitin 1914.
KONICA. – Thuhet se asht teqja ma e vjetra në këtë krahinë. Ajo ka vorrine Hajdar Babajt dhe ka shpëtue e padamtueme në vitin 191513.
LESKOVIK. – Popullata e këtij qyteti në nji kodër dhe në mirqenje (deri në luftën Ballkanike) ka qenë me shumicë Bektashi14. Teqja ka qenë jasht qytetit, në nji kodër mbi rrugën e Kolonjës dhe thuhet se ka qenë nja tridhetë e pesë vjeç e vjetër. Ajo kishte vorrin e Abedin Babajt dhe aty ishin shtatë ose tetë dervishë. Ajo tash asht krejtësisht e shkatrrueme.
BACKA. – (në jugë) ka qenë themelue nga Melçani15 dhe tash asht e shkatrrueme.
Në këtë krahinë në Vrespa ka nji Zijaret (vend vizitimi) nga an'e popullit.
FRASHRI. – Para Luftës Ballkanike, këtu ka qenë nji teqe e madhe dhe e randësishme e mbajtun prej nji babaj dhe nja njizet dervishëve e cila kishte vorrin e Nasibiut. Ky shenjtor, i cili ka qenë bashkëkohës i Ali Pashës, asht shumë i nderuem. Kur ay bani zijaretin e tij teqes Haxhi Bektashit, porta e teqes u hap vetvetiu para tij, dhe Babaj teqes përmendun, tue e njoftë këtë ngjarje për nji mrekulli, tha, "Ky asht fati (nasibi) yt". Thuhet se Nasibiu bashkë me Sheh Aliun dhe Sheh Mimin16 i kanë parathanë Ali Pashës t'ardhmen e tij të shkëlqyeme tue e paralajmue gjithashtu për fatin qi e priste në asht se nuk do të qeveriste me drejtësi. Teqeja e Frashërit, bashkë me vorrin e Nasibiut ka qenë djegun që nga themeli në vitin 1914. Tash teqeja (asht rindërtue dhe) banohet nga pak dervishë.
Në krahinën blektorale të rrafshnaltës së Kolonjës e cila ka për qendër katundin Herseke gjyse të shkatrrueme që kur plasi Lufta (Ballkanike):
KRESHOVA (dy orë në veri të Hersekës), me vorrin e Hasan Babajt.
QESSARAKA, me vorrin e Haxhi Babajt.
BARMASH (Në jugë të Hersekës), me vorrin e Baba Sulejmanit, tridhetë e pesë vjeç e vjetër. Ajo ka pasun nja pesë dervishë para luftës.
STARJA. – Kjo teqe ndodhet në nji naltësi sipër katundit qi mban të njanjtin emën, nji gjysë ore në të djathtë të rrugës së naltë qi të çon në Voskopolis (Voskopojë). Teqeja ka qenë plaçkitun nga kryengritsat grekë, por ndërtesat e forta dhe jo të bukra kanë shpëtue. Data e themelimit të saj thuhet se asht para njiqint e tetë vjetve. Ka mundësi qi kjo datë të jetë ajo e vdekjes së themeluesit të sajë (Hysejn Baba) i cili asht vorrosun në nji tyrbe të thjeshtë tetëkandëshe, larg nga dhomat e banimit. Antikameraja (paradhoma) e tyrbes përdoret për fjetje të sëmundve me qëllim shërimi. Aty asht nji baba, i cili ka parinë mbi baballarët tjerë të ati vendi, dhe pesë dervishë. Në këtë teqe nuk ka xhami ose mesxhid17; paradhoma e njanës nga tyrbet përdoret për këtë qëllim në rast nevoje.
QATROM. – Këtu asht nji teqe e vogël e cila duket të jetë ndërtue e re18. Kjo teqe asht treçerek ore në jugë të Korçës dhe pesë minuta nga katundi qi ka po at emën. Që nga koha e kryengritjes (veriepirote) gjatë së cilës teqeja asht plaçkitë, nuk asht caktua babaj. Ajo tash mbahet nga an'e nji dervishi.
TURAN. – Kjo teqe nji gjysë ore në jugë perëndim të Korçës, asht nji ndërtesë e vogël, mvaret në teqen e Melçanit dhe nuk ka baba të vetin.
Teqeja KUÇIT formon nji hallkë ndërmjet Epirit dhe Maqedonisë, nji gjysmë ore ndërmjet Viglishtës dhe Korçës, mbi rrugën qi të çon në Kostur. Teqeja ndodhet në fshatin qi ka po atë emën (Kuç). Ajo ka nji tyrbe me vorret e nandë shenjtorve të panjoftun (anonim), për të cilët simbas zakonit thuhet se janë shumë të vjetër (por pa prova). Babaj i Kosturit më ka thanë se teqeja e Kuçit ka qenë themelue nga nji i quejtun Ibrahim Baba, para ndjekjeve (persekutimit) të vitit 1826. I pari shenjtor Hafiz Babaj, ka vdekun ka nja tetë vjetë. Teqeja e Kuçit tash mbahet nga nji baba dhe dy dervishë. Ajo ka qenë plaçkitun nga epirotët, por ka shpëtue nga djegja.
X. – SHQIPNIJA
Në principatën e tashme të Shqipnisë krahina kryesore bektashiane asht ajo në jugë të Mallakastrës. Larg në veri të Shqipnisë, Bektashizma asht e përhapun aty-këtu mbasi atje asht e fortë sunnizma dhe se Gegët e kundërshtojnë me vendosmëni. Mallakastra asht nji krahinë Toske, e cila shtrihet ndërmjet lumit Vjosë dhe atij të Beratit. Bektashizma në Toskëni asht nji vazhdim i natyrshëm i asaj të Tepelenës, nga e cila asht e ndame vetëm nga nji kufi thjeshtësisht e sajuem (artificial)19.
Teqet e shumta Bektashiane të cilat ishin në Mallakastër para Luftës Ballkanike tash janë të lanuna dhe tue u shkatrrue. Ato teqe të cilat patën shpëtue nga bashibuzukët (irregulars) epirotë të Krishtenë (të cilët banë vandalizma të mdhaja në Shqipninë e Jugut) pak mbas Luftës Ballkanike, këto kohët e fundit kanë qenë shkatrrue nga an'e Gegve, partizanë t'Esad Pashës nga Tirana20.
Historija e këthimit të kësaj krahine në Bektashizmë nuk dihet mirë, por duket se të gjithë pranojnë se asht e vonshme, shumë ma e vonshme se ajo e Shqipnis ndën Greqinë (Tepelenë e poshtë). Teqet e Gllavës e të Kapanit, më kanë thanë mue kompetentët se, janë ma të hershmet. Mosha e tyne thuhet se asht e para njiqint dhe e dyta tridhetë e pesë vjeç. Duket të jetë shumë e mundshme qi propaganda bektashiane të ketë fillue, në këtë krahinë, në kohën e Ali Pashës, për derisa na dimë se tarikati ka pasë ngulë kambë shumë larg në veri (në Kru) në kohën e tij, dhe disa bektashi pretendojnë se kanë marë pjesë në këtë lëvizje si Ymer Vrioni nga Berati dhe nji far Mahmud Bej Vlona21, bashkëkohës t'Ali Pashës. Gjurma të Bektashizmës janë gjind në Vlonë dhe në Berat. As Ymeri as Mahmudi nuk kanë qenë si Ali Pasha, figura të mdhaja të cilave gojdhanat popullore u mveshin ngjarjet e rëndësishme.
Në krahinën e Mallakastrës kanë qenë teqet qi tregohen këtu poshtë:
GLLAVA.
MELANI.
RAPIA.
ARANITASI.
KRAS: Shenjtori i vorrosun në këtë teqe asht Muharrem Babaj.
DUKASI.
PRISHTA: Për këtë thuhet se la qenë nji teqe e randësishme.
DERVISHIJE.
BUBIZI: këtu kanë qenë djegun tri teqe nga an'e Epirotve.
KAPANI.
KREMANAR.
KOMARI.
OSMAN ZEZA.
MARICA.
GRESHICA.
PANARIT: Nji teqe e themeluese tash vonë.
SHENT REIN, ose "Vendi i Shenjtorit" kështu e quejtun nga vizita legjendare e Sari Salltikut.
Shkrimtari Patsch ka përmend nji vorr shenjtori bektashi të quejtun Kosum Baba, në Vlonë dhe në Hekal nji palë vorreze me vorre gurët e të cilve kanë taxhen bektashiane.
Jasht krahinës së Mallakastrës, ka ose kanë qenë teqe deri vonë, në Shqipninë e Jugut, në Berat, në Drizë në lindje të Beratit mbi Devoll dhe në Tomoricë22, në jugë në Threpel dhe në veri ke ujnat kryesore të lumit të Matit, në Martanesh.
Në Shqipninë e Veriut, ku, ashtu si kemi thanë ma nalt, shumica e popullatës muslimane asht synni. N'atë pjesë të Shqipnisë ka teqe bektashiane në vendet qi tregohen këtu poshtë:
ELBASAN. – Kjo teqe e themelueme prej nji far Mustafa Babaj i cili ka qenë vorrosun aty, këto kohët e fundit ka qenë shkatrrue nga an'e Gegve.
Nga përshkrimi i gojdhanave Sari Salltikut nga an'e shkrimtarit freng Degrand kuptohet se ka zijarete bektashiane në Durrës dhe në Shijak23. Për popullatën e Tiranës i njanjti auktor thotë se asht e përbame nga sektet Bektashi dhe Rufai24.
KRUJA. – Popullsija e këtij qyteti duket me qenë gadi e tana Bektashi. Randësija e jashtzakonshme e Krujës si nji vend zijareti Bektashian kuptohet nga tregimi i kurreshtshëm (interesant) i shkrimtarit freng Degrand qi u përmend ma nalt mbi vorret e shenjtorve, të cilët simbas gojdhane janë treqind e gjashtëdhetë e gjashtë mbrend dhe rreth e përqark qytetit25. Këtu Bektashizma duket të jetë përhapun aty nga fundi i shekullit tetëmbëdhetë nga an'e Shemimiut26 dhe në fillim ka bashkpunue me kryetarin e Krujës Kapllan Pash Toptanin kundër Pashës së Shkodrës27 qi ishte fqini i tij mbassi ky i fundit ka qenë kundreshtar i Aliut të Janinës. Ma vonë Shehu missionar (i ngarkuem i Ali Pashës) u çart me Kapllan Pashën. Ky i fundit thonte se Shemimiu ka qenë ble nga Pasha i Shkodrës. Ka mundësi që shkaku i këtij pretendimi të ketë qenë se Shemimiu ka dyshue për nji gja të tillë për vetë Kapllan Pashën dhe për mungesë besnikeje kundrejt Ali Pashës dhe partisë Bektashiane. Kapllan Pasha i dha urdhën Shemimiut për me u largue nga Kruja; ky i fundit deshi ta vrasi Kapllan Pashën për me u ahmar por nuk ia doli dhe kjo punë i kushtoi atij jetën. Por ndjenjat e publikut në Krujë ishin kaq të forta për Shemimiun, sa qi mbas vrasjes së tij, familja Toptanase nuk mujti ma me qëndrue në Krujë dhe erdhi në Tiranë28. (Me shkrim dore është shkruar, që këto që thuhen sjanë të vërteta, si të veproj???)
Grindja e familjes Toptanve me Bektashitë, ashtu si u përmend ma nalt, asht vazhdue nga Esad Pasha, përfaqsues i saj modern29.
Kruja30 asht nji nga shumë vende të shoqnueme me aventurat e shenjtorve Bektashi Sari Salltik31. Njana nga dy teqet kryesore, ajo e malit të Krujës nji orë e gjysmë larg qytetit, ka vorrin e Baba Aliut. Kjo e fundit asht përshkrue nga an'e Ippenit me disa hollsina. Në kohën e Ali Pashës Bektashitë kanë qenë përzane nga Shkodra për arsye politike32 dhe duket se nuk kanë muejtë ma me ngulun kambë atje.
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1 Shif B. S. A. XX, 216 ff.
2 Kjo gja asht tregue në nji vizatim të vorrit t'Ali Pashës në librin inglisht të Walsh-it "Constantinople and the Seven Churches (Stamolli dhe shtatë kishat) dhe nga nji Epirot i lashtë më kje përmendun mue si provë e lidhjes s'Ali Pashës me tarikatin Bektashi i cili mbante taxhën bektashiane tash asht zavendësue me nji shtyllë prej druni.
3 Shif ma nalt ku bahet fjalë mbi Thesalinë.
4 Ky mendim doli në dritë shumë kohë mbrapa (vdekës Ali Pashës) tue u bazue në dëshmitë (evidencat) e gojdhanave, gja qi nuk asht fort e besueshme, mbassi nji figurë si e Aliut dallohet me madhështie në mendjen e popullit dhe kështu e ban qi t'i mvishen edhe punë qi nuk i ka bamun.
5 Shif ma nalt ku bahet fjalë mbi teqet bektashiane në Maqedoni
6 Kjo frazë asht përkthye në mënyrë si asht shprehun auktori në tekst. Me fjalë tjera d.m.th:
Bektashizma asht përhapun në Shqipni në kohën e revolucionit Freng. Kjo kohë ka nji ndryshim me periudhën e maparshme të besimit bektashian. Në këtë kohë, këtu në Shqipni, Bektashizma, të paktën në Theori, ka predikue disa ide liberale si vllaznimi i njerzve pa dallime race dhe feje ose klase dhe se sjellja e mirë e njeriut ka ma randësi se çashtja e besimit dhe e respektimit të formalitetetve fetare, si falja, agjinimi etj. detyrime të tilla. (Përkëthyesi).
7 Edhe ky mendim i auktorit munt të zhvillohet në këtë mënyrë me fjalë tjera:
Ideja e vllaznimit njerzuer dhe neglizhenca në të kryemen e urdhnimeve fetare qi u përmendën ma nalt ashtu dhe parimet e qeta bektashiane, të cilat deri në nji farë mase, mvaren nga ato ide, nuk janë të kjarta në mendjen e klerikve bektashi shqiptarë; por ata klerikët shqiptarë bektashi janë fare kontre parimit të rreptë t'Islamizmës për përhapjen e fesë me anë të forcës, sadoqi ky ideal nxiti jeniçerët në ditët e tyne të ngadhnimit për me luftue pa mëshirë kontre popullatave të Krishtena ndën ndikimin e shenjtorve luftëtarë të hershëm Bektashi të cilët, nga besnikët Bektashi, njihen si kampionë mbinjerzorë të besimit. (Përkëthyesi).
8 Unë nuk kamë mujte me gjetë në ndonji burim të zbuluem qi të përmendet ky tarikat dhe ndën tarikatat. Unë besoj me siguri se ky tarikat asht i njajt me "Hayetti" të përshkruem nga an'e Rycaut në librin (Present State faqe 61) nji sekt heretik i cili nxjerrë nga krishtënimi, ndërsa halvetitë njihen si të vendosun.
9 Arvanitos në vitin 1857, shënon me habitje se, në ditët e tij shumica e banorve të Gjinokastrës kanë qenë bektashi në mënyrë të hapët. Shif librin e tij greqisht Kronografija this Epeiron II, 18 botue në vitin 1857.
10 Shif ma nalt kapitullin Thesali.
11 Shif librin N.Greece, I, faqe 31.
12 Teqeja asht përshkrue nga Miss Durham në librin Burden of Balkan, faqe 228.
13 Djali i nji shehu në Konicë (ndoshta nji bektashi) ka qenë martirizue në Vrohori për Krishtënimin në vitin 1814. Shif Neon Leimonarion, faqe 331, greqisht.
14 Shif librin Durham-it, f. 217. Që kur filloi lufta (Ballkanike) shumë nga bektashitë në gjendje të mirë patën ik në Janinë.
15 Shif nalt ku bahet fjalë për teqen e Melçanit.
16 Edhe në nji vend tjetër, auktori, emnin e këtij shenjtori e ka shënue gabim, mbassi emni i tij ka qenë Shemimi dhe jo Sheh Mimi. (Përkëthyesi).
17 Mesxhid i thonë nji xhamije të vogël pa minare. (Përkëthyesi).
18 Në Melçan më kanë thanë se të trija teqet e Korçës janë ndërtue nëtë njëjtën kohë; por kjo e Qatromit asht ma e reja, nja tridhetë e pes vjeç.
19 Kufit qi ban fjalë këtu auktori janë ato të vitit 1915. Në atë kohë nji pjesë e Shqipnisë së Jugut ka qenë e okupueme nga Greqija. (Përkëthyesi).
20 Esadi asht stërnipi i vrasësit të Shemimit të Krujës. (Teqet bektashiane kanë qenë djegun nga an'e Haxhi Qamilit.) (Përkëthyesi)
21 Shkrimtari freng Degrand gjithashtu përmend nji far Ibrahim Bej nga Kavaja, po n'atë kohë, si antar të sektit Bektashian.
22 Për nji kult (fé, adhurim) Bektashian në malin Tomor në këtë krahinë shif artikullin e shkrimtarit Italian Baldacci në Bulletino R. Soccieta Geografica (Roma) 1915, f. 978.
23 Shif librin e shkrimtarit të përmendun Haute Albanie (Shqipnie e Veriut), f. 240.
24 Shif librin e shënuem në notën e sipërme, f. 221 dhe librin Skutari (Shkodra) të Ippen-it f. 71 dhe Wiss Mith us Bosnien VII. f. 6, sipërm f. 194.
25 Po libri i sipërm, f.194.
26 Auktori në tekstin e këtij libri gabimisht e ka shënue Sheh Mimi.
27 Në fund të shekullit tetëmbëdhetë na shofim Kapllan Pashën të celebroi nji fitore kundrejt rivalit të tij të Shkodrës, tue i ndërtue nji tyrbe shenjtorit bektashian Hamza Baba. Shif librin e Ippen-it f. 71.
28 Kështu thotë shkrimtari freng Degrand (Njana nga shkaqet e ardhjes së Toptanve në Tiranë ka qenë: Abdurrahman Beu, Tiranas, kishte katër vajza dhe nuk kishte djal ndërsa Kapllan Pasha kishte katër djem. Për me shti në dore pasuninë e madhe të Abdurrahmanit djemt e Kapllanit u martuan me katër vajzat e tij dhe prandaj erdhën në Tiranë. Bile thuhet se mbi emni Toptan rrjedh nga fjala turqisht "top-ten" qi d.m.th. nji herit, pse i muerën nji herit të katër vajzat e Abdurrahman Beut; ndërsa Toptanasit pretendojnë se rrjedhin nga Karl Topija, nji princ i kohës Skënder Beut. (Përkëthyesi).
29 Nuk dihet të ketë bamun Esadi ndonji vepër kundra bektashive. Po thuej e gjithë Kruja ka qenë partizanë të tij. (Përkëthyesi).
30 Kjo frazë u përkthye si i gjithë përkthimi i këti libri, ashtu siç asht në tekst. Ma kjartësisht munt të thuhet kështu: Shejtori bektashian Sari Salltiku ka vorrin e tij në disa vende të ndryshme, ashtu si asht përmend në këtë libër. Pra edhe qyteti i Krujës asht nji nga këto vende pse edhe në Krujë ndodhet nji vorr i shenjtorit Sari Salltik. (Përkëthyesi).
31 Shif B.S.A. XIX f. 207 dhe XX f. 106.
Unë (d.m.th. auktori) kam ndëgjue por jo me siguri, se ndodhet edhe nji vorr i Sari Salltikut në Has, ndërmjet Shkodrës dhe Jakovës i cili nuk përmendet ma në ditët e sotme.
32 Shif librin Skutari, f. 36, të Ippen-it.

Përktheu: Zyber BAKIU